lunedì 29 maggio 2017

Che cos'è l'omeopatia e perché se ne parla

Oggi è considerata una pseudo-scienza, dal momento che finora nessuno studio scientifico ha potuto dimostrarne l'efficacia clinica

Questa pratica è basata sui principi formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann nella prima metà del XIX secolo e la sua validità non è mai stata dimostrata mediante esperimenti

Negli ultimi giorni in Italia si parla tanto dell'omeopatia, in seguito alla morte di un bambino causata da un'otite curata solo con farmaci omeopatici e senza antibiotici.

I genitori del bambino erano convinti sostenitori delle cure omeopatiche, e si erano rivolti al dottor Massimiliano Mecozzi, medico omeopatico con studio a Pesaro, che da tre anni seguiva il bambino, mai curato con antibiotici dall'età di tre anni.

Quando il bambino si era ammalato di otite bilaterale, i genitori si erano fidati del dottor Mecozzi, che avrebbe consigliato ai familiari una terapia a base di preparati omeopatici, sconsigliando il ricovero in ospedale.

Le condizioni del bambino però peggioravano sempre di più, fino a quando, dopo aver perso conoscenza, i genitori avevano deciso di portare il bambino all'ospedale di Urbino. Per il piccolo non vi è stato nulla da fare, l'infiammazione era ormai troppo grave. Della sua morte si è occupata la procura di Urbino che sta indagando per omicidio colposo.

Ma in cosa consiste l'omeopatia, che oggi sembra avere sempre più successo a discapito della medicina tradizionale e delle evoluzioni scientifiche moderne?

Questa pratica è basata sui principi formulati dal medico tedesco Samuel Hahnemann nella prima metà del XIX secolo e la sua validità non è mai stata dimostrata mediante esperimenti o ricerche.

L'omeopatia è basata sul "principio di similitudine del farmaco" (similia similibus curantur) enunciato dallo stesso Hahnemann, che non ha fondamento scientifico. Secondo questo principio, il rimedio appropriato per una malattia sarebbe dato da quella sostanza che, in una persona sana, induce sintomi simili a quelli osservati nella persona malata. Tale sostanza, detta anche "principio omeopatico", una volta individuata viene somministrata al malato in una quantità fortemente diluita e dinamizzata.

In pratica, se una sostanza che in un individuo sano causa una serie di sintomi, se assunta da un individuo ammalato, in dosi diverse, sarebbe capace di curare quegli stessi sintomi. Ad esempio, se il veleno dell’ape provoca irritazioni della pelle, quello stesso veleno diluito sarebbe il rimedio adatto per vincere queste manifestazioni.

L'omeopatia è considerata una pseudo-scienza, dal momento che finora nessuno studio scientifico pubblicato su riviste mediche di valore riconosciuto ha potuto dimostrare che l'omeopatia presenti un'efficacia clinica.

Secondo l'Organizzazione mondiale della sanità l'omeopatia non è una cura e non apporta alcun beneficio. Qualche altro studio ha dimostrato che la sua efficacia non andrebbe al di là dell'effetto placebo, come ad esempio una ricerca dell'agosto del 2005 pubblicata dalla rinomata rivista medico scientifica The Lancet che screditava l'omeopatia come metodo curativo scientifico, sostenendo che l'efficacia fosse spiegabile con l'effetto placebo.

Oltre che non avere alcuna efficacia dimostrata, il ricorso a prodotti omeopatici è potenzialmente pericoloso per la salute dal momento che potrebbe spingere chi è affetto da una data malattia, ad abbandonare o ritardare terapie mediche che potrebbero invece essere efficaci.

Al contrario della medicina tradizionale che si basa su un approccio di tipo allopatico, l’omeopatia ha un approccio olistico per il quale il corpo e la mente vengono considerati un’unica entità.

Fonte: The Post Internazionale

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