giovedì 29 dicembre 2016

Damasco e i ribelli firmano un accordo per una nuova tregua in Siria

Entrerà in vigore alla mezzanotte il cessate il fuoco che apre la strada a colloqui di pace sponsorizzati da Turchia e Russia

Un edificio devastato a Douma, in Siria. Credit: Bassam Khabieh

Il presidente russo Vladimir Putin ha annunciato che il governo siriano e i gruppi ribelli hanno aderito all’accordo per il cessate il fuoco promosso da Russia e Turchia.

La tregua entrerà in vigore alla mezzanotte ora locale (le 23 ora italiana) di giovedì 29 dicembre 2016.

Il nuovo cessate il fuoco e i successivi colloqui di pace che si terranno in Kazakistan sono il frutto di un accordo raggiunto tra Ankara e Mosca, le quali agiranno da garanti. Secondo fonti turche, tale accordo esclude i due principali gruppi jihadisti, l’Isis e Jabhat Fateh al-Sham (l’ex Fronte al Nusra). Pare invece includa l’area di Ghouta, in mano ai ribelli, località nei pressi della capitale Damasco.

Putin ha reso noto che sono stati siglati tre distinti documenti:

- un accordo tra il governo siriano e l’opposizione armata per il cessate il fuoco

- misure di monitoraggio della tregua

- un accordo per cominciare nuovi colloqui di pace

Russia, Iran e Turchia - tutti coinvolti, sebbene su fronti diversi, nel conflitto siriano - avevano annunciato la settimana scorsa di voler promuovere un accordo di pace e i loro rappresentanti si sono incontrati a Mosca martedì 20 dicembre per redigere una dichiarazione comune sui principi fondamentali di tale accordo.

Dall’incontro sono stati esclusi gli Stati Uniti e i nuovi colloqui di pace saranno separati e indipendenti da quelli promossi dalle Nazioni Unite e in larga parte falliti.

Lunedì 22 dicembre si è conclusa la battaglia di Aleppo. Le forze fedeli ad Assad - sostenute dall’aeronautica russa e affiancate da Hezbollah e altre milizie sciite - hanno completato la riconquista dei quartieri orientali della città, un tempo principale e fiorente centro commerciale siriano, in mano ai ribelli dal 2012.

Si teme ora che anche Idlib, altra roccaforte ribelle nel nord della Siria, possa subire la stessa sorte di Aleppo, dove decine di migliaia di civili sono rimasti intrappolati a lungo e le vittime sono state diverse centinaia.

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Fonte: The Post Internazionale

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