giovedì 24 novembre 2016

Cos’è il cosiddetto “emendamento pro-De Luca”

Servirà a consentire ai presidenti di regione di fare i commissari regionali alla sanità, e si pensa che serva soprattutto a un presidente di regione

(ANSA/UFFICIO STAMPA PALAZZO CHIGI-TIBERIO BARCHIELL)

Giovedì la commissione Bilancio della Camera ha approvato il cosiddetto “emendamento pro-De Luca” alla legge di bilancio. L’emendamento permette ai presidenti di regioni di essere nominati dal governo commissari alla sanità per la loro regione. Il nome usato dalla stampa per descrivere l’emendamento è quello del controverso presidente della Campania, Vincenzo De Luca, che potrebbe essere nominato commissario non appena la legge sarà approvata. Le opposizioni hanno protestato contro l’emendamento e accusano la maggioranza di averlo portato avanti in cambio dell’appoggio che De Luca ha dato alla campagna elettorale per il “Sì” al referendum costituzionale del prossimo 4 dicembre.

La sanità regionale viene commissariata dal governo in caso di grave dissesto finanziario (quella sanitaria è principale voce del bilancio sanitario). Era stato proprio il governo Renzi nel 2014 a stabilire la regola che i presidenti di regione non avrebbero più potuto svolgere il ruolo di commissari alla sanità. Attualmente le regioni “commissariate”, cioè che sono oggetto di un “piano di rientro”, sono otto e sono state tutte commissariate tra 2007 e 2010 (la Campania lo è dal 2007 e l’attuale commissario è Joseph Polimeni, direttore generale della ASL 2 di Lucca). La norma del 2014 obbligava il governo a nominare come commissari persone senza incarichi di governo o all’interno della regione. Con la nuova norma approvata ieri con 18 voti a favore, 12 contrari e un astenuto (Bruno Tabacci, che appartiene alla maggioranza) il governo potrà tornare a nominare i presidenti di regione nel ruolo di commissari.

Le opposizioni hanno contestato l’emendamento anche per via delle recenti dichiarazioni di De Luca nel corso di un’assemblea di sindaci campani, registrate di nascosto e pubblicate dal Fatto Quotidiano. Nel suo discorso De Luca invitava i sindaci a fare campagna a favore del “Sì” e faceva alcuni riferimenti anche alla possibilità di sfruttare i buoni rapporti del governo regionale con il sistema delle cliniche private che operano in Campania.


«Comparto della sanità: abbiamo cercato di spiegare a due teste di sedano che hanno la funzione di commissari in questo momento che non siamo la Toscana: qui la sanità privata è il 25 per cento, sono migliaia di persone. Io credo sinceramente che per come ci siamo mossi in questi mesi, ci sia rispetto da parte dei titolari di strutture private e qualificate. E possiamo permetterci di chiedere a ognuno di loro di fare una riunione con i propri dipendenti. Parliamo di migliaia di persone, quindi parliamo di un blocco abbastanza localizzato (…). Fare l’elenco dei dieci-venti imprenditori che uno chiama sul piano dell’amicizia, sul piano del rapporto personale, dell’amministrazione, al di là di tutte le questioni: per cortesia, fai questo lavoro, dimmi (…) quanti voti porti. Se non vuoi dare una mano, massima libertà, però massima chiarezza tra di noi» 


“Teste di sedano” sembra un riferimento all’attuale commissario, Joseph Polimeni, che è nato a New York ma ha svolto gran parte della sua carriera nel sistema sanitario della Toscana.

Proprio ieri la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, ha detto di aver chiesto ufficialmente alla procura di Napoli se ci sono indagini in corso relative alle dichiarazioni di De Luca che secondo alcuni potrebbero essere un caso di “voto di scambio”. La presidente Bindi ha fatto sapere che la richiesta è arrivata dai membri dell’opposizione che siedono in commissione e che lei si è limitata a inoltrare la richiesta di informazioni alla procura, come avviene sempre in questi casi.

Le relazioni personali e politiche tra Bindi e De Luca sono tese da molto tempo. In occasione delle elezioni regionale del 2015, Bindi aveva inserito De Luca nella lista dei cosiddetti “impresentabili”, cioè i candidati alle elezioni che non rispettavano i requisiti del codice etico sottoscritto da tutti i partiti. De Luca attaccò durante Bindi e, successivamente, venne assolto nel processo che aveva portato alla sua iscrizione tra gli “impresentabili” (De Luca è tuttora coinvolto in altri procedimenti). Recentemente si è tornati a parlare del caso per via di una dichiarazione dello stesso De Luca, che nel corso della trasmissione Matrix ha definito la sua iscrizione nell’elenco «una cosa infame, da ucciderla» (successivamente, De Luca ha più o meno chiesto scusa).

Fonte: Il Post

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