martedì 19 aprile 2016

I prossimi referendum

Dieci nuovi quesiti sono stati depositati nelle ultime settimane, ora i promotori hanno tre mesi per raccogliere le firme: c'è un po' di tutto (e di nuovo le trivelle)

(ANSA/ CIRO FUSCO)

Domenica 17 aprile il referendum cosiddetto “sulle trivelle” non è riuscito a raggiungere il quorum. Sono andati a votare il 32,15 per cento degli aventi diritto e quindi non sono state abrogate le norme che permettono di estendere le concessioni estrattive di idrocarburi entro le 12 miglia fino ad esaurimento dei giacimenti. Proprio nelle ultime settimane sono stati presentati alla Corte di Cassazione dieci nuovi referendum, tra cui uno che riguarda di nuovo le estrazioni di idrocarburi: di nuovo “le trivelle”, insomma.

Le richieste saranno esaminate dalla Corte Costituzionale, che dovrà decidere se i quesiti sono legittimi e possono essere accolti. Nel frattempo i promotori avranno tre mesi di tempo per raccogliere le 500 mila firme necessarie perché le richieste vengano accolte. Se entrambe queste condizioni saranno soddisfatte, i quesiti saranno votati in una domenica compresa tra il 15 aprile e il 15 giugno del 2017. Abbiamo riassunto e spiegato i vari quesiti, raggruppandoli per il tema.

I referendum sulla scuola
Sono stati presentati il 18 marzo e hanno lo scopo di abolire una serie di novità introdotte dalla riforma sulla scuola del governo Renzi, che il governo ha chiamato “La buona scuola”. Il primo quesito riguarda la distribuzione dei finanziamenti alla scuola, il secondo ha l’obiettivo di limitare i poteri dei presidi, in particolare sulla possibilità di confermare o mandare via i docenti (su questo tema è stato presentato alcuni giorni dopo anche un altro quesito). Il terzo quesito vuole eliminare l’obbligo di alternanza tra scuola e lavoro previsto per gli istituti tecnici e professionali. Il quarto, infine, ha lo scopo di eliminare il premio al merito che secondo la legge il preside può assegnare gli insegnanti. Il referendum è promosso dalla FLC CGIL, il sindacato degli insegnanti della CGIL, e diverse altre associazioni. Tra i firmatari c’è anche il presidente della Puglia, Michele Emiliano, già acceso sostenitore del referendum del 17 aprile.

Il nuovo referendum “sulle trivelle”
È stato presentato il 18 marzo e consiste in un unico quesito che ha lo scopo di vietare in tutto il territorio nazionale qualunque attività di ricerca o sfruttamento degli idrocarburi (una specie di “super-referendum” sulle estrazioni di idrocarburi, quindi). Il referendum è stato presentato dall’associazione “Casa dei diritti sociali”, una ONG che si occupa spesso di referendum e che ha presentato anche i quesiti sulla scuola. Maggiori informazioni su questo quesito saranno disponibili dopo una riunione dei comitati promotori che si svolgerà il prossimo fine settimana.

I referendum sul Jobs Act
È stato presentato dalla CGIL il 22 marzo e consiste in tre quesiti che hanno l’obiettivo di abrogare alcune norme della riforma del lavoro voluta dal governo Renzi, il cosiddetto “Jobs Act”. Il primo quesito prevede di eliminare le norme che prevedono un indennizzo economico per i lavoratori licenziati senza giusta causa, al posto dell’obbligo di reintegro. Il secondo ha lo scopo di eliminare il lavoro accessorio, quello che viene pagato con i cosiddetti “voucher“. L’ultimo quesito riguarda la reintroduzione della “responsabilità solidale” negli appalti, una norma tecnica che impone a committenti e subappaltatori di verificare che le società con cui lavorano sia in regola coi pagamenti dei contributi prima di procedere al pagamento.

Il referendum sugli inceneritori
È stato presentato dal “Comitato sì blocca inceneritori” lo scorso 23 marzo ed è sostenuto da diverse associazioni, come il “Forum dei comitati per l’acqua pubblica”. Consiste in un unico quesito che ha l’obiettivo di abrogare una legge che rende più semplice e rapido per il governo costruire inceneritori che producono energia bruciando rifiuti. Il referendum punta ad abolire una norma contenuta nel decreto “Sblocca Italia”, del settembre 2014.

Fonte: Il Post

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