martedì 8 settembre 2015

Riforma del Senato: se salta cade il Governo Renzi

Riaperte Camera e Senato, si torna a parlare del delicato tema delle Riforme


Di Alessandro Crimi Stigliolo

Mancano 161 voti alla meta! E' con questo numero che la Riforma del Senato si appresta a fare i conti per raggiungere la maggioranza richiesta. 161 voti, ossia un dato politicamente palindromo, che si presta cioè ad essere scritto tanto da sinistra quanto da destra e che proprio per questa sua trasversalità sta rimpolpando dibattiti e strategie. Ma proviamo a ricapitolare brevemente: il Governo Renzi si appresta a varare la tanto attesa Riforma del Parlamento, mettendo le mani sul bicameralismo perfetto voluto dai padri costituenti quasi 70 anni fa. Il testo fin qui votato prevede tra l'altro la trasformazione del Senato in una Camera di 100 senatori scelti dai consigli regionali tra i loro componenti e dunque non più eletti dai cittadini.

I malumori nella minoranza Pd
La soluzione proposta dal Governo a fatto insorgere da subito la minoranza Pd che ora sembra essere definitivamente salita sulle barricate. Il gruppo trainato da Bersani sta puntando i piedi sull'eleggibilità dei senatori e minaccia di non votare la riforma, almeno sulla carta un problema per il premier che dovrebbe tornare a cercare i voti mancanti fuori dalle forze di Governo. Ma Renzi conferma tutto dato che non sembra particolarmente preoccupato e fatti due conti si mostra serenamente irremovibile, le gole profonde del partito gli hanno riferito che la minoranza è meno compatta di quanto non appaia e che una buona parte non segua neppure più l'ex segretario Bersani, a questo si aggiunge la convinzione che nel gruppo dei dissidenti ci sarebbero una decina di elementi che a prescindere voterebbero contro e per i quali qualsiasi apertura sarebbe insufficiente.

La Boschi non si tocca
Ecco quindi serpeggiare la contro proposta governativa: una lista ad hoc di consiglieri regionali stilata si dai partiti, ma che gli elettori potrebbero votare in occasione del rinnovo dei vertici delle Regioni. Ma la modifica sui consiglieri regionali verrebbe però inserita solo negli articoli 70 e 122, quindi pare evidente il no del Governo Renzi a modifiche dell'articolo nel DDL Boschi, che resta blindato. Un accomodamento questo che significa: ascoltiamo i consigli di tutti ma non lasciamo mai i nostri. Cosa accadrà dunque quando a metà settembre al Senato si entrerà nel vivo del dibattito?

Fonte: Blasting News Italia

Nessun commento: