lunedì 21 settembre 2015

Cuba. Papa Francesco a casa di Fidel Castro


Di Lorenzo Bedin

Dopo la messa celebrata in Piazza della Revoluciòn, Papa Francesco non ha rinunciato a quello che somiglia molto ad un appuntamento con la storia: l'incontro con Fidel Castro. Le due personalità si sono incontrate a casa del leader storico della Rivoluzione Cubana. Il colloquio tra i due è durato tra i 30 e i 40 minuti, poche le indiscrezioni trapelate, ma tra i temi affrontati particolare enfasi hanno avuto quelli ecologici, tema sul quale il Pontefice si era soffermato anche durante la sua omelia affermando la centralità dell'ecologia integrale come rimedio alle incapacità delle soluzioni fondate solo sulle scienze esatte e la biologia. Una visione questa che merita repliche pertinenti e in qualche modo marca le differenze. La critica allo scientismo e al vivente scollegato dalla dimensione metafisica di tipo religioso se da un lato segnala i fallimenti del modello di sviluppo dominante nel ridurre le devastazioni ambientali oggi evidenti a tutti, dall'altro introduce una idea di ecologia integrale fondata sulla "perfezione del creato" che obiettivamente mal si intende con il materialismo dialettico e la stessa dialettica della natura. Una ecologia senza scienza non ha un grande futuro.

Qualche avvisaglia che la visita a Cuba di un Pontefice molto popolare e circondato da una aura progressista potesse avere segni e reazioni diverse da quelle di pontefici reazionari come Woytila e Ratzinger, è venuta ad esempio dalla "diserzione" della messa papale da parte di Aleida Guevara, una delle figlie del Che.
Alla messa di Papa Francesco sulla Plaza della Revoluciòn infatti mancava Aleida Guevara March, la quale ha motivato pubblicamente la sua scelta. "Il Partito Comunista Cubano chiede ai militanti di andare a messa e di accogliere il Papa, quasi come fosse un dovere del partito. Non sono d'accordo. Lo accogliamo, certamente, come un visitatore, ma di sicuro non andrò alla messa. E lo trovo anche logico: abbiamo libertà di culto e non sono credente, e quindi non vado alla messa". "La chiesa cattolica - prosegue la figlia dell'icona cubana - è in gran parte la responsabile dei problemi che viviamo oggi, a causa dell'oscurantismo, dell'oppressione con la quale è arrivata al nostro popolo. Guardiamo alla storia della nostra America: la Chiesa cattolica è la più grande conquistatrice del nostro popolo".

In un passaggio del suo discorso all'arrivo a Cuba, Papa Francesco ha affermato: "Geograficamente, Cuba è un arcipelago che si trova di fronte tutte le strade, con un coraggio straordinario come "chiave" tra nord e sud, tra est e ovest. La sua vocazione naturale è quello di essere un luogo di incontro per tutte le persone a venire insieme in amicizia, come José Martí sognato, "oltre il linguaggio dell'istmo e la barriera dei mari". Lo stesso era il desiderio di Giovanni Paolo II con il sua ardente appello che "Cuba si apra con tutte le sue magnifiche possibilità al mondo e il mondo si apra a Cuba". Ma è stato un altro passaggio a segnare il ruolo politico avuto dal Vaticano nella ripresa delle relazioni tra Cuba e Stati Uniti: "Da diversi mesi, stiamo assistendo a un evento che ci riempie di speranza: il processo di normalizzazione delle relazioni tra i due Paesi (Cuba eStati Uniti, ndr), dopo anni di distacco". Ma c'è anche una nota di allarme nelle parole del Pontefice a fronte delle tensioni e conflitti che stanno crescendo nel mondo "Incoraggio i leader politici a proseguire su questa strada e sviluppare il loro pieno potenziale come prova dell'alto servizio che sono chiamati a rendere alla pace e il benessere dei loro popoli in America, e un esempio di riconciliazione al mondo intero. Il mondo ha bisogno di riconciliazione in questa atmosfera di terza guerra mondiale". Insomma non proprio un messaggio irrilevante ma un sintomo di serie preoccupazioni.

Dal canto suo il Presidente Cubano Raul Castro accogliendo il pontefice ha riaffermato il segno dei percorsi che Cuba ha prodotto in America Latina e lanciato un allarme : "I popoli dell’America Latina e dei Caraibi si sono proposti avanzare verso la loro integrazione, in difesa dell’indipendenza, della sovranità sulle risorse naturali e la giustizia sociale. Tuttavia, la nostra regione continua ad essere la più disuguale nella distribuzione della ricchezza. Nel continente, governi legittimamente costituiti che lavorano per un futuro migliore, affrontano numerosi tentativi di destabilizzazione". Ed ancora "Il sistema internazionale attuale è ingiusto ed immorale. Il capitale è stato globalizzato ed ha convertito il denaro nel suo idolo. Rende i cittadini come semplici consumatori. Invece di diffondere la conoscenza e la cultura, li aliena con riflessi e modelli di condotta promossi da mezzi che servono solo agli interessi dei loro padroni, le corporazioni multinazionali dell’informazione"...... "Preservare il socialismo è garantire l’indipendenza, sovranità, sviluppo e benessere della nazione".

Fonte: contropiano.org

Nessun commento: