lunedì 27 luglio 2015

Per la Cei, la sentenza su scuola e ici 'limita la libertà'

Ad aver richiesto il pagamento della tassa, nel 2010, era stato il Comune di Livorno.


Gli alunni della scuola paritaria pagano una retta per frequentarla quindi, hanno analizzato i giudici, l'attività di queste scuole è da considerarsi di carattere commerciale. Con queste parole la Cassazione ha ribaltato i giudizi di primo e di secondo grado, dando una risposta definitiva alla richiesta avanzata nel 2010 dal Comune di Livorno circa il pagamento dell'Ici da parte di due scuole paritarie della città. Una sentenza, quella pronunciata dalla Cassazione, destinata a diventare storica anche perché si tratta del primo giudizio in assoluto pronunciato in questo campo.

La diatriba
Il caso, risalente a cinque anni fa, sarebbe nato in seguito agli avvisi di accertamento inviate a due scuole del livornese per omessa dichiarazione e omesso pagamento dell'Ici, ovvero dell'imposta comunale sugli immobili poi sostituita dall'Imu nel 2012, sotto il governo Berlusconi. Le due scuole, secondo quando calcolato dall'ufficio Tributi di Livorno, devono alle casse comunali ben 422 mila euro. Il Comune aveva proposto una conciliazione rifiutata però dalle due scuole, che hanno preferito attendere il verdetto della Cassazione.

Ora, visto il verdetto, le due scuole paritarie cattoliche dovranno pagare l'intera somma (circa 422 mila euro) a cui si aggiungerà la relativa mora.

Le reazioni
Il governo, vista la varietà dei punti di vista, ha davanti a sé un lungo cammino. Dal Comune di Livorno, guidato da Filippo Nogarin del Movimento 5 stelle, sono arrivate parole di "grande soddisfazione". In particolare, il primo cittadino di Livorno ha ringraziato gli uffici comunali per l'ottimo lavoro svolto. La direzione è quella giusta: ne è convinta il vicesindaco Stella Sorgente, che spera che la sentenza - la prima, nel suo genere - contribuisca a fare "definitivamente chiarezza sulla legittimità di tali pagamenti tributari da parte degli enti religiosi".

Negativa invece la reazione della Cei e della Fidae, ovvero la federazione che riunisce le scuole cattoliche, che ha già prospettato la probabile chiusura delle stesse. La Conferenza episcopale italiana, nella persona di Nunzio Galantino, ha parlato di "sentenza pericolosa", capace di mettere in discussione la libertà di scelta. Per il segretario generale della Cei, chi ha preso la decisione avrebbe decisamente sottovalutato il ruolo ricoperto dalle scuole paritarie nell'intero sistema educativo italiano. In effetti si starebbe parlando di oltre un milione di studenti educati in istituti che, sempre secondo Galantino, avrebbero fatto risparmiare allo Stato ben sei miliardi e mezzo di euro all'anno, L'invito della Cei è a giudicare senza rimanere vittime dell'ideologia.

Anche per Gabriele Toccafondi, sottosegretario all'istruzione in quota Ncd, chi ha preso questa decisione ha sottovalutato l'apporto che le scuole paritarie cattoliche danno (e hanno dato) all'interno sistema italiano. In particolare, ha contestato Toccafondi, è impossibile non mettere in piedi un'attività commerciale quando, ogni mese, si devono pagare affitto e bollette. Per il sottosegretario, insomma, si starebbe confondendo il lucro con la sopravvivenza.

Fonte: Blasting News Italia

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