sabato 9 maggio 2015

Aldo Moro e il ricordo in Senato. Grasso: «Presto norme contro depistaggio»

A Palazzo Madama si fa il punto a 37 anni dalla morte del leader della Dc


Trentasette anni moriva Aldo Moro. Il 9 maggio del 1978, il suo cadavere, ucciso dalle Brigate Rosse dopo 55 giorni di sequestro, venne ritrovato in via Caetani a Roma nel portabagagli di una Renault 4 rossa rubata. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha oggi commemorato l’anniversario della morte di Aldo Moro. Alle 10.30 è arrivato in via Caetani, a piedi, da via Delle Botteghe Oscure. Poco prima lo aveva preceduto il presidente del Senato, Pietro Grasso, percorrendo lo stesso tragitto. Una breve cerimonia durante la quale è stata deposta una corona di fiori. Poi l’omaggio del Presidente Mattarella, che è rimasto per qualche minuto di fronte alla lapide di Moro.

ALDO MORO: IL RICORDO IN SENATO - «A 37 anni di distanza dalla sua morte, oggi ricordiamo la figura di Aldo Moro e una delle pagine più atroci della nostra storia», afferma il senatore del Pd Vannino Chiti, presidente della commissione Politiche dell’Unione europea. «Moro – ricorda Chiti – fu uno statista di grande apertura e intelligenza, un uomo mite e di dialogo, coraggioso e lungimirante. Allargare le basi della democrazia, lavorare alla attuazione dei valori che sono il fondamento della nostra Costituzione, furono i suoi obiettivi». Il 9 maggio, aggiunge, «è anche il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi: un’occasione per ricordare le persone che hanno perso la vita a causa della follia ideologica e dell’intolleranza».

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ALDO MORO: GRASSO “PRESTO NORME CONTRO IL DEPISTAGGIO” - «Il più grande lascito della visione internazionale di Moro resta la sua capacità , che in Italia troppo spesso difetta alle istituzioni e alla politica, di guardare oltre la singola crisi, di pensare strategicamente, di considerare il medio e il lungo periodo come normale dimensione temporale della politica estera», ha commentato il presidente del Senato. «Come scrisse Aldo Moro in una lettera nei lunghi giorni della sua prigionia: ‘la verità, cari amici, è più grande di qualsiasi tornaconto. Datemi da una parte milioni di voti e toglietemi dall’altra parte un atomo di verità, ed io sarò comunque perdente. Lo so che le elezioni pesano in relazione alla limpidità ed obiettività dei giudizi che il politico e’ chiamato a formulare. Ma la verità è la verità’». «A tal proposito – ha sottolineato Grasso – auspico che la giusta direttiva voluta dal Governo che dispone la declassificazione degli atti possa trovare il prima possibile una più efficace e ampia applicazione e che si doti presto il nostro ordinamento di norme che puniscano l’inquinamento processuale e il depistaggio».

(in copertina foto Keystone/Getty Images)

Fonte: Giornalettismo

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