sabato 30 novembre 2013

Nuovo allarme nella Terra dei fuochi: amianto nell'acqua di 136 comuni


Trenta tonnellate di rifiuti speciali e non, tra cui amianto, pneumatici usati e materiale edile di risulta, sono stati trovati - a fine settembre - in località Sant'Arcangelo, nel comune di Caivano, durante dei lavori di manutenzione a una condotta che trasferisce acque reflue verso l'impianto di depurazione di Acerra. Fin qui ci siamo, nel senso che la consapevolezza che la nostra terra sia un nascondiglio di veleni è oramai risaputo ma bisogna impegnarsi ad individuarli per evitare che il disastro ambientale possa assumere dimensioni maggiori rispetto a quelle già devastanti.

Il problema però è un altro: questa volta l'emergenza potrebbe non essere circoscritta, ma interessare tutti i residenti della Regione Campania. La riserva idrica d’emergenza regionale si trova proprio sotto le campagne avvelenate di Caivano, vale a dire uno degli epicentri della Terra dei Fuochi.

A questo problema si aggiunge un nuovo allarme che proviene dal sottosuolo e assume la forma dell’acqua. Acqua che potrebbe essere contaminata, con elevata presenza di amianto, pronta a servire 136 comuni dell'Ambito territoriale ottimale 2. Insomma 136 comuni tra le province di Napoli e Caserta. La denuncia arriva da uno studio che risale al 2002-2003 ma, apparentemente, ancora attuale a cura proprio dell’Ato 2. Sarebbero infatti state realizzate condotto idriche (per oltre 112 chilometri) con tubazioni in cemento-amianto oltre 50 anni fa. Si tratta, in sostanza, dell’eternit usato per garantirne l’elasticità. La corrosione delle vecchie strutture causerebbe la diffusione delle fibre di amianto nell’acqua potabile.

Fonte: interno18

Per approfondire: 'Amianto nell'acqua'. Pericolo in oltre 130 comuni tra Caserta e Napoli. Via alle verifiche. Ecco TUTTI I COMUNI (tratto dal sito Noi Caserta)

giovedì 28 novembre 2013

Ecco cosa rischia Berlusconi, all’indomani della decadenza

Da ieri Silvio Berlusconi non è più parlamentare. Dopo vent’anni il Cavaliere – anche se ormai ha perso anche questo titolo – torna a essere un comune cittadino: nessuna immunità, nessun legittimo impedimento, niente di niente. E quindi? Cosa cambia per l’ex Cavaliere, leader esterno di un partito incerto?

Iniziamo con gli incarichi politici: per sei anni, in virtù della Legge Severino, non potrà più essere rieletto né ricoprire alcun incarico di governo. Vista l’età di Silvio Berlusconi, questo potrebbe segnare la fine della carriera per l’ex Cavaliere.

Ma Berlusconi adesso potrà essere intercettato senza più dover passare per l’autorizzazione del Parlamento e non ci sarà più alcun obbligo di distruggere le sue conversazioni con altri utenti intercettati nel corso di un’indagine. Né ci sarà alcuna immunità o impedimento ad evitare che i suoi uffici vengano perquisiti, come invece accadde durante l’inchiesta sul caso Ruby per l’ufficio di Spinelli: da oggi potrebbe quindi esserci una perquisizione senza preavviso. Per non parlare del fatto che Berlusconi adesso potrebbe essere arrestato ove ordinato dall’autorità giudiziaria.

Quest’ultima ipotesi, però, è abbastanza irrealistica. Manca infatti l’urgenza per le misure cautelari. Berlusconi rischia però su un’altra indagine in cui sarebbe coinvolto: il Ruby Ter.

Fonte: Diritto di critica

venerdì 22 novembre 2013

Adesso in Campania si cercano rifiuti nucleari

In Campania si cercano scorie nucleari. Ad averle sepolte sotto frutteti e zone agricole, secondo le rivelazioni del pentito Schiavone, la Camorra che nei decenni passati ha intombato a prezzi irrisori tonnellate e tonnellate di rifiuti, alcuni anche radioattivi.

Il governatore della Campania, Stefano Caldoro, ha spiegato che per ora non è stata trovata alcuna conferma alla dichiarazione del pentito ma che le ricerche continueranno. A La vita in diretta, alcuni giorni fa, il pentito Schiavone aveva infatti raccontato metodi e tariffari di quello che per anni è stato un modus operandi tale da avvelenare una delle terre e delle zone più belle d’Italia: «Scaricavamo su un’area di 150-200 ettari. I contadini prendevano 45 milioni di lire a buca, il nostro guadagno era di 15 milioni. Ad un certo punto un avvocato gli propone di sotterrare dei fusti. Ci offrivano 200mila lire a fusto. Feci i conti e alla fine, venivano fuori guadagni di miliardi». «Io mi sono ribellato – racconta – quando hanno cominciato a scaricare rifiuti tossici e rifiuti atomici. Là sotto c’è qualcosa di nucleare». In quell’occasione, prosegue, «mio cugino mi dice: ‘Carmine, ma sei impazzito, ma che vogliamo uccidere tutta Casale, tutta la provincia di Caserta?’ Allora ho detto ‘hai ragione, non se ne fa nientè». Due anni dopo però, dice ancora Schiavone, «ho scoperto che avevano continuato a scaricare fusti in tutto il litorale. I contadini continuarono a guadagnare. Solo che hanno continuato a usare quell’acqua fetida per irrigare».

Ma ancora prima, alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti, già nel 1997 Schiavone aveva affermato: “sono inoltre al corrente del fatto che arrivavano dalla Germania dei camion che trasportavano fanghi nucleari, che sono stati scaricati nelle discariche”. Nella stessa deposizione, Schiavone parlava anche di rifiuti di ogni tipo provenienti da Massa Carrara, Genova, La Spezia, Santa Croce sull’Arno, Milano e Arezzo. E su i terreni su cui vennero sversate sostanze radioattive, oggi ci sono allevamenti di bufale. “Gli abitanti [...] – aggiunge Schiavone – rischiano di morire tutti di cancro entro vent’anni”.

E mentre la politica nazionale continua a parlare di Ruby Rubacuori e delle beghe del Partito democratico, la Campania scandaglia con terrore i propri terreni. Il rischio concreto è che l’Itaila sia divenuta il sito illegale di stoccaggio di scorie e rifiuti non solo nostrani ma europei.

Fonte: Diritto di critica

giovedì 21 novembre 2013

E' davvero troppo tardi anche per andare via...

A volte penso di andarmene da qui, dalla mia terra. La mia terra avvelenata e distrutta da esseri spregevoli che hanno pensato soltanto ad arricchirsi, a svantaggio delle meravigliose zone dove loro stessi sono cresciuti. Questi esseri (proprio non ce la faccio a chiamarle persone) hanno compromesso e deturpato l'ambiente e la salute pubblica. E' come autodistruggersi, suicidarsi. Ma a queste 'persone', rigorosamente tra virgolette, non importava e non importa nulla di tutto ciò. Se ne fregano se uno dei propri amici o familiari è morto o morirà di tumore. Quello che conta, per loro, sono solo i soldi. 'Il denaro, così dicono, è la radice di tutto il male di oggi', recita una frase di un celebre brano dei Pink Floyd. Una triste verità di questo triste contesto. Dicevo, a volte penso di andarmene da qui, dalla mia terra. Però poi rifletto e molte cose mi frenano. Alla mia terra sono legato perchè qui sono nato e cresciuto. La mia terra, nonostante tutto, è e rimarrà una terra bellissima, ricca di storia, di tradizioni, di cultura. E inoltre qui, nella mia terra, ho la mia famiglia, i miei affetti, i miei amici, le mie passioni. Andare via da qui equivale a dire addio a tutto questo e soprattutto ad arrendersi al male che è stato fatto alla nostra splendida regione e ai suoi abitanti. Non posso andarmene. Si può ancora cambiare, si può ancora lottare, si può ancora fare qualcosa. Ed è anche per questo che voglio rimanere. Però poi vedo servizi terribili in tv e soprattutto leggo e sento che lo Stato Italiano ha tenuto nascosto rivelazioni pesanti e capisco tante cose. Capisco che lo Stato sapeva e non ha fatto nulla. Che lo Stato è complice. Che lo Stato ci ha abbandonato. Che dello Stato non ti puoi fidare più. E ti arrabbi, ti arrendi definitivamente, ti vergogni. Ormai, forse, è davvero troppo tardi. Anche per andare via...

Andrea De Luca

mercoledì 20 novembre 2013

Rifiuti tossici: tutto quello che non dovevamo sapere


Rifiuti tossici: tutto quello che non dovevamo sapere. E' il titolo del servizio di Nadia Toffa, andato in onda ieri sera, martedì 19 novembre, durante la trasmissione 'Le Iene'. L'inviata del programma già aveva affrontato il tema martedì 1 ottobre, come avevo anche scritto in un post del 2 ottobre. Questa volta il pentito Carmine Schiavone indica con precisione i siti dove sono stati interrati i rifiuti tossici e radioattivi. Impressionante. Avremmo avuto il diritto di sapere prima, ma lo Stato ha nascosto tutto e in questi 16 anni, accanto ad alcuni terreni c'è chi ci ha costruito casa, fatto giocare i propri figli, coltivato l'orto. Non solo non è giusto. È inaccettabile.

Cliccate qui per vedere il servizio. Oppure cliccate su questo link: http://www.video.mediaset.it/video/iene/puntata/421863/toffa-carmine-schiavone-ci-indica-i-siti-tossici-.html 

martedì 19 novembre 2013

Maltempo, Sardegna: "E' tragedia nazionale"


Ciclone. Poi ore incessanti di pioggia. La Sardegna è stata letteralmente travolta dal maltempo che ha portato via con sè anche delle vite.

Disastri ovunque, con l'Anas costretta a chiudere le superstrade. Quattro aerei, inoltre, non sono riusciti ad atterrare all'aeroporto di Cagliari-Elmas e la nave Tirrenia, che non è partita da Civitavecchia.

Aprire il capitolo vittime è davvero doloroso.

A Monte Pino, in provincia di Olbia-Tempio, il crollo di un ponte è costato la vita ad un poliziotto ed altre tre persone: marito, moglie e suocera. Ad Uras, una donna di 64 anni è stata trovata morta nella sua casa allagata così come una 90enne a Torpè, in provincia di Nuoro. Il bilancio, ancora provvisorio, è di 17 vittime.

Molti, inoltre, i dispersi. Il sindaco di Olbia, Gianni Giovannelli ha detto: "Non posso confermare il numero dei morti, di sicuro ci sono vittime e diversi dispersi. Sulla città si è abbattuta una vera bomba d'acqua con una intensità spropositata".

La situazione continua a peggiorare mentre Enrico Letta invoca "impegno per la Sardegna" e l'Enel ricorda che è sempre attivo il numero verde di segnalazione guasti: 803 500. Lo stesso premier ha definito la situazione "una tragedia nazionale" e ha aggiunto: "Abbiamo deciso di fare subito il Consiglio dei ministri per dichiarare lo stato di emergenza, che consente di avere immediatamente regole per interventi più rapidi e di individuare un primo ammontare di risorse per le primissime emergenze emerse"

La Protezione civile, inoltre, ha messo in stato d'allerta anche Roma. Sono già dodici i presidi operativi in diverse zone della città, con particolare attenzione alle 'mosse' del Tevere. Anche in questo caso, per qualsiasi richiesta di chiarimenti, informazioni o interventi è possibile contattare la sala operativa h/24 dell'ufficio protezione civile al numero 06.67109200 o al numero verde 800.854.854.

L'Italia, intanto, versa lacrime sulla pioggia.


A cura di Riccardo Zianna.

Fonte: Il numero zero

domenica 17 novembre 2013

La foto del giorno


Marcia del popolo No-Tav a Susa contro l'occupazione della valle. Una manifestante bacia un agente sul casco, la foto diventa un simbolo.

sabato 16 novembre 2013

Figli? No, grazie, siamo precari

Ho 31 anni e una delle domande che mi fanno più spesso è: “Hai già un figlio?”.

Mi spiazzava, una volta. Ne avevo 28 e, in generale, mi pareva un’età giusta per potersi permettere la libertà di costruirsi una famiglia che comprendesse anche un bambino. Anzi, col senno di poi ho più volte pensato che qualche anno prima sarebbe stato anche meglio.

Ma il problema che mi ponevo (ci ponevamo) era lo stesso che mi pone chi mi fa quella domanda: “Vorrei anche io, ma senza stabilità, come si fa? Come manteniamo qualcuno se a stento manteniamo noi?”. E allora uno risponde che se aspettiamo una qual sorta di stabilità siamo una generazione destinata a non avere figli. Perché i figli, coi contratti a progetto, con le partite Iva, con le casse integrazioni, coi call center, come li fai? La risposta che do di solito, quindi, mi porta poi a mordermi la lingua, perché ognuno sa quali sono le proprie possibilità, i propri mezzi e anche la propria vera voglia.

Io l’ho fatto perché lo volevo, perché pur non avendo un indeterminato (cosa?) avevo una certa stabilità che mi aveva permesso di pensarci (stabilità che oggi, ancora di più, mi permette di pormi qualche problema in meno). Cercando di fare i conti senza dover pesare sulla famiglia, ché poi alla fine comunque una mano te la dà sempre, perché “Oh, noi siamo i nonni, fatti i fatti tuoi”.

Ma il problema è che l’obiezione è reale. Siamo una generazione che per gran parte è senza prospettive, né di lavoro, né di famiglia, né di realizzazione alcuna. Una di quelle cose che pare un luogo comune finché non ti guardi attorno e vedi Sergio che fa i salti mortali per pagare il mutuo (ed è il tuo unico amico che s’è arrischiato nell’avventura), perché spesso l’azienda non gli paga mesi interi del suo part time. E fa altro, certo, è bravissimo a fare altro, ma è super precario. Poi c’è Marco, che dovreste conoscere: è intelligente, simpatico, ma soprattutto in gamba. Ha sempre avuto un lavoro a progetto, poi il progetto è finito. E c’è Marta, filosofa, che lavorava nel campo della comunicazione a Milano, poi ha deciso di scendere a Napoli e ora lotta strenuamente alla ricerca di un lavoro, e Bianca che dopo anni di ottimo lavoro in un giornale si ritrova cassaintegrata e incasinata. E potrei continuare guardandomi attorno. C’è Elisabetta che un lavoro ce l’ha ma è precario, e la maternità non è un lusso che può permettersi. Sono tutte persone reali (con nomi inventati), in carne ed ossa. Ma è banale anche dirlo.

Perché non c’è bisogno di leggere le statistiche sulla disoccupazione, sui figli che diminuiscono da qualche anno a questa parte (e se non ci fossero gli stranieri sarebbe una catastrofe), sui problemi delle nuove forme di lavoro. Sostituisco l’inchiostro alla carne.

Lottiamo contro una precarietà che è economica e diventerà affettiva (ché a lungo andare non è facile) in un cerchio che non fa fatica a chiudersi.

E allora penso che sono stato fortunato, di una fortuna che mi sono cercato, certo. Ora ringrazio ogni santo giorno il fatto di potermi godere mia figlia. Ma poi alzo la testa, mi guardo attorno e m’incazzo. E non posso farci niente.

E manco voi, lo so.

Fonte: Cose sparse

martedì 12 novembre 2013

Dieci anni fa la strage di Nassiriya


Sono passati 10 anni da quel 12 novembre 2003 quando, alle 8.40 ora italiana, le 10.40 a Nassiriya, in Iraq, 28 persone, tra militari e civili, persero la vita. 19 erano italiani. Un camion pieno di esplosivo scoppiò davanti alla base italiana 'Maestrale'. Fu la peggiore strage dopo la fine della seconda guerra mondiale.

Carabinieri: Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante; Giovanni Cavallaro, sottotenente; Giuseppe Coletta, brigadiere; Andrea Filippa, appuntato; Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente; Daniele Ghione, maresciallo capo; Horacio Majorana, appuntato; Ivan Ghitti, brigadiere; Domenico Intravaia, vice brigadiere; Filippo Merlino, sottotenente; Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante; Alfonso Trincone, maresciallo aiutante.

Militari dell'Esercito: Massimo Ficuciello, capitano; Silvio Olla, maresciallo capo; Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore; Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto; Pietro Petrucci, caporal maggiore.

Civili: Marco Beci, cooperatore internazionale; Stefano Rolla, regista.

giovedì 7 novembre 2013

Renato Accorinti, il sindaco disobbediente di cui avevamo bisogno


C'è un aspetto che mi sembra significativo nelle reazioni indignate dall'atto di Renato Accorinti di esporre la bandiera della pace nel giorno della celebrazione delle Forze Armate. È la sorpresa nel rendersi conto di come lui non sia cambiato.

Nessuno, in fondo, mette in discussione le posizioni pacifiste del sindaco. In tanti, anche tra i suoi passati detrattori, hanno imparato a convivere, se non proprio condividere, un certo suo modo non convenzionale di vestire e comportarsi. Qualcuno di questi ha forse anche deciso di interloquire attraverso modalità nuove, non segnate dalle gerarchie politiche. Ma ciò che, evidentemente, non va giù è ritrovarsi il Renato di sempre, quello che, da solo, saliva su un palco, su un muro, su un pilone per manifestare il proprio punto di vista (attraverso un atto di disobbedienza) e, sia ben chiaro, il Renato che ha vinto il ballottaggio ed è diventato sindaco.

Ciò che indispettisce, e insospettisce, è non ritrovare un sindaco normalizzato, riportato nei ranghi, “realista”, “opportuno”, obbediente alla forma e piegato da tutte le compatibilità. Ma può la disobbedienza amministrare una città? È questa la domanda che i professionisti della politica urlano, smarriti. Può esistere una politica altra che continua a chiamare le cose con il proprio nome anche quando è chiamata a ricoprire incarichi di governo? Può questa politica continuare a dire che la pace è l'opposto della guerra e che il disarmo è l'opposto della celebrazione delle forze armate?

Certo, siamo bombardati da una narrazione consolidata che ci dice che le operazioni di guerra sono operazioni di pace e che l'accoglienza è una questione di ordine pubblico, ma c'è un uomo che, indipendentemente dal ruolo che ricopre, dice che "no, non è così". Gli eserciti fanno stragi di corpi, le spese militari impediscono che quelle risorse vengano utilizzate per i servizi sociali, gli uomini sono tutti fratelli, indipendentemente dal loro luogo di nascita.

C’è una straordinaria modernità in questo. C’è una straordinaria modernità nei piccoli, semplici gesti di un sindaco che non si adatta “ad essere come vorrebbero loro”. È la politica al tempo della crisi della politica. Occhi attenti e non velati dal rancore scorgerebbero in questo la produzione di un tempo nuovo, quello del ritorno della politica al suo spazio, una rifondazione della democrazia contro il suo perdersi nei vincoli contabili, nelle procedure, negli equilibri corporativi.

Fonte: AgoraVox Italia

venerdì 1 novembre 2013

Quando la camorra ha ucciso i suoi figli. In 20 anni tutti morti per cancro


"Si tratta della prima volta che la Presidenza della Camera - senza che questo sia richiesto dalla magistratura - decide di rendere pubblico un documento formato da Commissioni di inchiesta che in passato lo avevano classificato come segreto”, ha sottolineato la presidente della Camera, Laura Boldrini. “Lo dovevamo in primo luogo ai cittadini delle zone della Campania devastate da una catastrofe ambientale cosciente e premeditata: cittadini che oggi hanno tutto il diritto di conoscere quali crimini siano stati commessi ai loro danni per poter esigere la riparazione possibile”.

Oggi è stato rimosso il segreto sulle dichiarazioni del pentito Schiavone sui rifiuti tossici disseminati in tutta la Campania. Ma si scopre che c’era un giro molto più ampio, dove si sono inserite anche le altre organizzazioni mafiose, e non è escluso che in altre regioni del sud altri figli di questa terra maledetta sono stati avvelenati come i campani.

”Entro venti anni gli abitanti di numerosi Comuni del Casertano rischiano di morire tutti di cancro” a causa dei rifiuti pericolosi interrati. Queste le terribili parole del pentito del clan dei Casalesi, Carmine Schiavone, dette nel 1997 davanti alla Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo di rifiuti. Schiavone spiegò che divenne un business “autorizzato” per il clan dei Casalesi nel 1990. “Tuttavia – riferì il pentito – quel traffico veniva già attuato in precedenza. Gli abitanti del paese rischiano tutti di morire. Non credo infatti che si salveranno: gli abitanti di paesi come Casapesenna, Casal di Principe, Castel Volturno e così via, avranno, forse, venti anni di vita”.

I rifiuti sono stati interrati lungo tutto il litorale Domitio e sversati anche nel lago di Lucrino, specchio d’acqua che si trova nell’area flegrea. Nel business, secondo il pentito, erano coinvolte diverse organizzazioni criminali – come mafia, ‘ndrangheta e Sacra Corona Unita – tanto da fare ipotizzare che in diverse zone di Sicilia, Calabria e Puglia, le cosche abbiano agito come il clan dei Casalesi. Avevamo creato un sistema di tipo militare, con ragazzi incensurati muniti di regolare porto d’armi che giravano in macchina. Avevamo divise e palette dei carabinieri, della finanza e della polizia. Ognuno aveva un suo reparto prestabilito. I rifiuti radioattivi “dovrebbero trovarsi in un terreno sul quale ci sono le bufale e su cui non cresce più erba”, raccontò Schiavone. Fanghi nucleari, arrivavano su camion provenienti dalla Germania.

Ecco, questa è la camorra. Questo è il cancro che ha creato sottosviluppo prima e morte dopo per i figli dell’agro aversano, tutti, ormai, nessuno escluso.

Fonte: Quotidianoitalia.it