venerdì 31 dicembre 2010

Perchè non scorderemo il 2010



Il 2010 è stato un anno pieno di eventi: catastrofi naturali, fallimenti economici, crisi politiche, addii celebri, scandali, fatti di cronaca, storie di speranza e tanto altro ancora...

Cosa vi è rimasto impresso o cosa ricordate, in positivo o in negativo, di questo 2010?

mercoledì 29 dicembre 2010

Eterna promessa!


"Sono convinto che ci sia una volontà precisa per dimostrare urbi et orbi che il nostro intervento non è stato risolutivo. Penso di tornare ad assumere direttamente la responsabilità per l'immediato sgombero ma anche per gli impianti futuri". "Sono intervenuto a ripetizione ma c'è qualcuno che cerca di ostacolare il nostro operato con ogni mezzo altrimenti non si spiega perchè sorgono sempre nuove difficoltà".

Ci risiamo insomma ... due anni di promesse non mantenute e 1500 tonnellate di rifiuti per le strade della città (appena due giorni fa) evidentemente non sono sufficienti (secondo lui) per dimostare che non è stato fatto ... nulla!

Berlusconi: “entro luglio via i rifiuti da Napoli” (1 luglio 2008)

Berlusconi: “Napoli è pulita, l’emergenza rifiuti è finita” (18 luglio 2008)

Berlusconi: “Napoli pulita in 3 giorni” (28 ottobre 2008)

Berlusconi: “emergenza rifiuti finita” (3 febbraio 2009)

Berlusconi: “via i rifiuti in 3 giorni” (29 ottobre 2009)

Berlusconi: “presto via la puzza da Napoli” (28 ottobre 2010)

Berlusconi: “via i rifiuti in 2 giorni” (14 novembre 2010)

Berlusconi: “Via i rifiuti in meno di 15 giorni” (26 novembre 2010)

martedì 28 dicembre 2010

Perché in Nigeria continuano le violenze

Ogni anno centinaia di persone muoiono negli scontri etnici e religiosi in Nigeria. Solo duemila sono state uccise negli ultimi dieci anni nello stato di Plateau, lo stesso in cui sabato scorso, la vigilia di Natale, sono morte almeno 80 persone nelle violenze tra musulmani e cristiani a Jos, la capitale della regione. Ora la polizia sta pattugliando le aree dove sono sfociate le tensioni e la situazione si è relativamente calmata, ma il problema è lungi dall’essere risolto. Se, scrive BBC, in molti liquidano il problema con i termini “scontri etnici” e “scontri religiosi”, le motivazioni che stanno dietro questa guerra civile sono più complesse, e ruotano anche intorno a politica e denaro.

La Nigeria è divisa tra musulmani, cristiani e tribù che seguono religioni animiste. La lotta tra le due religioni principali si fa sentire soprattutto a Jos, la capitale del Plateau, uno stato in cui si scontrano la maggioranza cristiana (principalmente di etnia Tarok, Berom e Tiv) e i musulmani (di etnia Fulani e Hausa), che vorrebbero introdurre la Shari’a, la legge islamica. Mentre i cristiani sono solitamente agricoltori, i musulmani sono soprattutto nomadi che vivono d’allevamento e baratto. In Nigeria, scrive sempre BBC, la carriere politica è vista spesso come un modo per fare soldi per te o la tua comunità. L’80 per cento del prodotto interno lordo passa attraverso le amministrazioni governative, nazionali e locali, e non è raro che i politici provino ogni strada per riuscire a essere eletti o rimanere al potere, compreso lo sfruttamento dell’odio tra i gruppi etnici.

A peggiorare la situazione, la Nigeria divide i suoi cittadini tra “nativi” e “coloni”. Se i cristiani sono considerati principalmente nativi, i musulmani vengono spesso classificati come coloni, nonostante vivano nel paese ormai da generazioni e non abbiano memoria del loro luogo d’orgine. Ai coloni, quindi soprattutto ai musulmani, è proibito occupare determinate posizioni governative, e lo stato non paga la loro educazione. Elementi che aumentano sensibilmente la sensazione di discriminazione. Il governo ha inviato l’esercito nelle zone più colpite dalle violenze, ma c’è ancora molto lavoro da fare, soprattutto perché raramente le autorità puntano a colpire chi organizza i gruppi e gli scontri, e si limitano a fermare gli scontri combattendo contro i militanti. Nel 2011 si terranno le elezioni, nella speranza che la situazione possa migliorare.

Reuters ha elencato gli scontri più significativi avvenuti negli ultimi dieci anni.

2000
Migliaia di morti nel nord della Nigeria: i cristiani si oppongono alla proposta musulmana di introdurre la Shari’a, la legge islamica, nello stato di Kaduna.

Settembre 2001
Circa un migliaio di morti in seguito alle preghiere dei musulmani a Jos, numerose chiese e moschee a fuoco.

Novembre 2002
La Nigeria abbandona il concorso di Miss Mondo che si tiene ad Abuja. La decisione arriva dopo la morte di almeno 216 persone a Kaduna, a causa di una frase in un articolo di un quotidiano che suggerisce che Maometto, se fosse vivo, probabilmente sposerebbe una delle partecipanti a Miss Mondo.

Maggio 2004
Centinaia di persone, soprattutto musulmani di etnia Fulani, vengono uccisi dai militanti cristiani Tarok a Yelwa, una città della Nigeria centrale. I sopravvissuti dicono di avere seppellito 630 cadaveri.

Qualche settimana più tardi, scontri tra musulmani e cristiani a Kano, una città del nord. I leader delle comunità cristiane parlano di circa 500/600 persone, principalmente cristiani, morte in due giorni.

Febbraio 2006
Almeno 157 persone muoiono in una settimana di scontri tra musulmani e cristiani. Le violenze iniziano a Maiduguri, una città nel nordest della Nigeria, durante le proteste musulmane contro le vignette danesi su Maometto. I cristiani si vendicano attaccando nel sud del paese.

Novembre 2008
Scontri tra bande di musulmani e cristiani a Jos, nati in seguito a una contestata elezione politica locale, in cui muoiono almeno 700 persone.

Febbraio 2009
Il governatore dello stato di Bauchi impone un coprifuoco notturno il giorno successivo a scontri in cui sono state bruciate chiese e moschee e undici persone hanno perso la vita.

Luglio 2009
Boko Haram, un’organizzazione che chiede l’entrata in vigore della Shari’a, lancia diversi attacchi a Bauchi dopo l’arresto di qualcuno dei suoi membri. La situazione degenera: il leader dell’organizzazione Mohammed Yusuf viene ucciso, e nei successivi cinque giorni vengono uccise circa 700 persone, secondo i dati della Croce Rossa.

Dicembre 2009
Almeno 40 persone vengono uccise negli scontri tra le forze di sicurezza nigeriane e i membri di un gruppo islamici a Bauchi, armati di maceti.

Gennaio 2010
Muoiono circa 400 persone negli scontri tra le bande musulmane e cristiane a Jos, la maggior parte per colpi d’arma da fuoco.

Marzo 2010
Centinaia di persone vengono uccise negli scontri tra i pastori islamici e gli abitanti cristiani dei villaggi Dogo Nahawa, Zot e Ratsat, poco a sud di Jos. Le stime indicano 300 morti.

Fonte: Il Post

domenica 26 dicembre 2010

Test di italiano per avere il permesso di soggiorno, ma mancano i corsi


Dal 9 dicembre scorso per avere il permesso di soggiorno in Italia bisogna superare il test di italiano. Il problema però è dove gli stranieri possano fare i corsi?

Secondo quanto spiega Antonio Russo, responsabile immigrazione per le Acli “l’anomalia di questa procedura è quella di istituire una prova della conoscenza della lingua, senza aver prima previsto e progettato un piano articolato per l’insegnamento della lingua italiana. Chiediamo cioè agli immigrati di fare i test senza avergli mai fatto fare i corsi, se non quelli affidati all’iniziativa dei soggetti di volontariato”.

Vladimiro Polchi su Repubblica ricostruisce che chi vuole può prenotare online la prova d’esame. Entro 60 giorni dovrebbe essere convocato per il test e le prime prove dovrebbero svolgersi a febbraio 2011 presso i Centri Provinciali per l’Istruzione degli Adulti.

Non deve sostenere la prova d’esame chi ha degli attestati che certifichino la conoscenza dell’italiano a un livello non inferiore all’A2 del Quadro comune di riferimento europeo; chi ha titoli di studio o titoli professionali (diploma di scuola secondaria italiana di primo o secondo grado oppure certificati di frequenza relativi a corsi universitari, master o dottorati); chi è affetto da gravi limitazioni alla capacità di apprendimento linguistico.

sabato 25 dicembre 2010

Buon Natale!


Auguro a tutti i lettori, assidui o frequentatori, e a tutti i blog amici di trascorrere un sereno e felice Natale

Andrea De Luca

venerdì 24 dicembre 2010

Berlusconi attacca (ancora) la magistratura


Ieri, nella conferenza stampa di fine anno, Silvio Berlusconi ha nuovamente attaccato la magistratura: "Non ho mai proposto una di quelle che si chiamano leggi ad personam: le ha sempre volute qualcuno del mio staff o dei miei avvocati, tipo l’onorevole Ghedini. Comunque i miei processi sono incredibili e ridicoli: posso provare per documenti che i Pm sono esilaranti. Le toghe rosse sono eversive, e lo proverò: in quel caso sarà il caso di istituire una commissione d’inchiesta sulla magistratura, che indaghi se non esistano fra le toghe delle associazioni a delinquere".

giovedì 23 dicembre 2010

Arriva a Roma la “tassa di soggiorno”: tariffa da uno a tre euro

A Roma arriva la tassa di soggiorno: la tariffa giornaliera va dai tre euro a notte negli alberghi a quattro o cinque stelle a un euro per i campeggi. E’ arrivato verso le tre di notte il via libera definitivo dell’Assemblea capitolina al regolamento.

Il contributo dovrà essere versato da ogni turista che pernotti nella capitale, ma anche dai non residenti che accedono agli stabilimenti di Ostia o prendono un bus sightseeing o un battello sul Tevere.

Un emendamento al testo originario approvato in nottata introduce l’esenzione per i bambini fino a dieci anni.

mercoledì 22 dicembre 2010

Caro Babbo Natale...

Ti sarà capitato, ti capiterà certamente, di ridacchiare così di tanto in tanto, sulla tua slitta, per i desideri strampalati che noi ti scriviamo da sempre con la speranza di vederci più buoni per il futuro, e già questo è un’ammissione di quanto pensiamo d’esser stati cattivi fin’ora, con la consapevolezza che già da domani ce ne saremo scordati ma che almeno ci abbiamo provato. Credo che tu sia fortunato perché puoi ridere divertito, ma c’è chi ride in modi diversi. C’è chi ride per non piangere, chi ride per noia, chi ride per gioia ed in certe ore anche chi ride dal dolore; si ride di stizza mentre si muore di fame, e si ride in silenzio dentro le tane. Si ride, e ci si dovrebbe indignare, dello stupido ridere sugli stupidi che stupiti guardano il viso dello stupido vero che ride di loro e si chiedono il senso di quell’inutile riso. Ridono i bambini che scrivendoti desiderano un gioco che li aiuti a crescere nella realtà che vivono, ridono allo stesso modo i grandi che ti scrivono cercando così per gioco di tornare bambini per fuggire dalla realtà che stanno vivendo.

In ogni caso si ride se si vive, e si vive meglio ridendo, perciò io vorrei chiederti… che non ci sia più la fame nel mondo, ma non so se sarebbero d’accordo anche i gestori dei negozi alimentari. E comunque se ci riesci e ti trovi, anche se l’acqua è ormai poca, togli pure la sete! Poi ti chiederei che tu possa portare in dono per questo Natale una donnina nuova a Berlusconi e che tu li possa trasportare in un posto sicuro lontano da tutti, lontano dai complotti della sinistra, lontano da Floris e da Santoro, lontano, lontano in un’isola deserta, così lì senza presidenza del consiglio, senza televisioni, senza soldi e senza le sue imprese… voglio vedere che se ne fa la donnina di Berlusconi. Mi piacerebbe che tu svegliassi il povero Bondi da questo suo e nostro brutto incubo di essere Ministro dei beni culturali. Già che ci sei potresti riportare la Carfagna a fare quello che faceva prima; e pure Cosentino…, ma a proposito, che faceva prima Cosentino? Poi vorrei che tu regalassi un corso di dizione a Di Pietro, mi piacerebbe che tu facessi ingrassare Roberto Saviano e gli facessi crescere i capelli così che possa camminare per Napoli senza scorta. Mi piacerebbe vedere Marco Travaglio direttore del tg1 e se si può spedire Minzolini sull’isola deserta della donnina e di Berlusconi così anche lui senza soldi, televisioni eccetera voglio vedere che se ne fa di Berlusconi. Mi piacerebbe che Nichi Vendola convincesse il PD a fare le primarie del centro sinistra e che tu regalassi una casa a Terzigno alla Iervolino e pure a Bassolino. Vorrei vedere Calderoli e Maroni completamente al verde senza i soldi di Roma Ladrona, e vedere se hanno voglia di emigrare all’estero in cerca di fortuna. Mi piacerebbe che tu potessi far parlare il figlio di Bossi solo in dialetto napoletano. Sarebbe bello pure, se tu potessi, far sparire D’Alema, Prodi, Bersani e Veltroni, perché non si sa mai… così, per non correre il rischio… che so, dovesse presentarsi l’occasione. Ah! Mi piacerebbe che tu mettessi Capezzone tra le banane nella gabbia dello scimpanzé allo zoo, per vedere se lo scimpanzé riconosce la differenza… E anche la gente che guarda la gabbia! Mi piacerebbe che gli operai che vengono ritenuti improduttivi dai vertici della Fiat possano essere assunti dalla BMW così che possano renderle più competitive delle Fiat. Vorrei che tu chiedessi a chi oggi subendola, parla di crisi, se valeva la pena ieri, non potendo permetterselo, di indebitarsi con le banche per acquistare a rate l’home cinema, l’auto nuova, tre cellulari e la vacanza ai tropici una volta all’anno. Vorrei che Grillo torni a lavorare in tv e in teatro perché finalmente ci sia gente pulita che possa portare per lui nelle istituzioni le idee a Cinque Stelle. Vorrei che i figli delle operaie della Omsa potessero avere le calze della befana piene di dolci. Vorrei che aspettando il papa nero, in qualche presepe vivente di Bergamo possa nascere un Bambinello di colore. Vorrei che sulla Salerno-Reggio Calabria non si inizi a lavorare allo scadere del terzo anno dopo del quale verrà sconfitto il cancro. Vorrei che spiegassi alla Gelmini che il problema delle insegnanti precarie non è banale come una gengivite. Vorrei che i ragazzi che manifestano sui monumenti non diventino il monumento dell’ovvietà. Vorrei che in questo mondo con la satira si possa continuare a ridere ma vivendo con un pò più di serietà.

Fiducioso di un tuo, appunto serio, impegno ti saluto cordialmente.

P.S. Ah dimenticavo, se puoi, porta anche un nuova nipote a Mubarak... ma più 'brutta' di Rosy Bindi. Ciao.

martedì 21 dicembre 2010

Ciao Enzo


Se ne è andato all'età di 83 anni Enzo Bearzot, l'allenatore dell'Italia campione del mondo al mondiale di Spagna 1982. Lo vogliamo ricordare così, con la storica partita a carte col Presidente della Repubblica Sandro Pertini, sul volo di ritorno dalla Spagna in Italia:



Enzo Bearzot tra Franco Causio e Giancarlo Antognoni

lunedì 20 dicembre 2010

Gasparri il fascista


Maurizio Gasparri torna all'attacco:

"Mercoledì in piazza ci saranno potenziali assassini"; "invito i genitori a non mandare i propri figli in piazza"; "arresti preventivi per fermare i violenti".

Che imbecille. D'altra parte si sa che la cosa più pericolosa per i regimi è la conoscenza, ecco perchè considerano gli studenti degli assassini.

domenica 19 dicembre 2010

"Via da Roma i ministeri, stiamo ribaltando il paese": il bigliettino d’auguri di Calderoli


Ecco il bigliettino d’auguri inviato dal ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli:

“Stiamo ribaltando il paese” , “via da Roma i ministeri” , “federalismo il sogno diventa realtà”, senza dimenticare un invocazione a Gesù "Per Natale vorrei in regalo l'approvazione del federalismo fiscale e per l'anno nuovo vorrei vedere tanti ministeri in Padania. Grazie" …

Nel biglietto si vede una cartina stilizzata dell’Italia (rovesciata sottosopra), dove al posto del nome delle regioni c’è una palla natalizia con la scritta dei vari ministeri … mentre i dicasteri del Centro-Nord sono indicati dal Sole delle Alpi , il simbolo della Lega Nord

Questo è un ministro della Repubblica Italiana!

sabato 18 dicembre 2010

Piccolo sfogo

Qualche giorno fa, durante un dibattito su Facebook, ho avuto un diverbio con alcune persone riguardo questo blog. Mi hanno accusato di essere troppo di parte e di scrivere e pubblicare solo determinate notizie che fanno comodo a me e che vanno a ledere l'attuale governo Berlusconi. Con questo post vorrei chiarire alcune cose.

Innanzitutto nella presentazione del blog, in alto a destra, c'è scritto:

Informare è un dovere è un blog che nasce con lo scopo, o meglio il dovere, di informare correttamente tutti. La rete (nonostante i vari tentativi per imbavagliarla) rimane forse l'unico strumento di informazione libera. Ed è proprio la rete che dobbiamo sfruttare se vogliamo conoscere ed apprendere tante notizie che i media tradizionali ci forniscono in maniera non del tutto completa e precisa o, addirittura, non ci diranno mai.

Io cerco di informare correttamente tutti ma non con articoli e notizie che fanno comodo a me. Nella presentazione del blog non c'è mica scritto che questo blog è contro Berlusconi! Se non erro (e non voglio, credetemi):

- negli ultimi 2 anni (in pratica dall'apertura di questo blog) una serie di decreti ed emendamenti hanno cercato di zittire la rete (il c.d. bavaglio) e, manco a dirlo, sono stati presentati da deputati del PDL...
- la quasi totalità dell'informazione fa comodo ad altri, non di certo a me...

Dunque notate che i nodi vengono al pettine, come recita anche un famoso proverbio.

Ma detto questo, nel disclaimer del blog c'è scritto:

- PREMESSA IMPORTANTE: Questo blog è di sinistra, dunque fazioso.

Che il mio blog tende a sinistra, credo si noti e sia palese. Ma schierarsi apertamente non mi pare sia un dramma (non lo è mai stato). Ci sono anche tantissimi 'blog di destra'. Fa parte della democrazia. E poi penso anche che ognuno di noi è libero di fare quello che vuole. Fino a prova contraria, è democrazia anche questa.

Se a qualcuno non piace questo blog può liberamente scegliere di non tornarci più.

Andrea De Luca

venerdì 17 dicembre 2010

L'Annozero del Ministro La Russa


E' stato decisamente squallido l'intervento ad Annozero del ministro La Russa. Lo studente Luca Cafagna, dell'Università la Sapienza di Roma, stava cercando di illustrare le ragioni delle proteste studentesche di questi periodi, quando è stato zittito dal ministro della Difesa con una raffica di “Vigliacco”, “Fifone”, “Vergogna”, “Stai zitto”.

Si poteva essere più o meno d'accordo con quanto asserito dallo studente, ma almeno la decenza di ascoltare le ragioni degli altri dovrebbe essere bagaglio culturale oltre che metodo democratico non di un qualunque parlamentare, ma addirittura di un ministro della Repubblica. La Russa non ha inveito solo contro "quel singolo studente" ma si è decisamante scagliato contro tutta la "classe" da lui rappresentata. Sarebbe forse bastata la pacata condanna di quanti hanno causato danni e aggredito le forze dell’ordine a Roma. Forse sulla reazione del ministro ha pesato l'accusa al Governo, da parte delle forze dell'ordine, di essere state lasciate sole e senza mezzi a fronteggiare un disagio sociale crescente. Indecoroso e vergognoso comunque l'intervento del ministro, quasi senza parole gli studenti che da due anni chiedono di essere semplicemente ascoltati. Allo studente Luca Cafagna non è rimasto altro che accusare l’agitato La Russa di essersi dimostrato, ancora una volta, quello che è, e cioè "figlio di una cultura politica intollerante, nonchè degno rappresentante di una classe politica, cieca e sorda, che sta svendendo l’università pubblica".

Annozero come si è visto, sopratutto per il ministro La Russa, che non ha cambiato nel tempo nè metodi, nè mentalità, nè atteggiamenti, fascista era e fascista rimane.

Fonte: Azzurro

giovedì 16 dicembre 2010

Napoli-Salerno, dopo i lavori spuntano i rifiuti

In Campania oltre ai cantieri per realizzare la terza corsia della tristemente famosa autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria, si lavora anche all’ampliamento del tratto in direzione Nord: quello che arriva a Napoli passando per Pompei. Lunga soltanto 52 chilometri, questa tratta è gestita dalla concessionaria Società autostrade meridionali (Sam) con un pedaggio fisso di 1,60 euro, per qualsiasi destinazione visto l’alto volume traffico e l’elevata urbanizzazione dell’area napoletana che rendono l’ultimo tratto quasi una tangenziale dell’hinterland del capoluogo campano utilizzata ogni giorno dai pendolari che si recano al lavoro.

Tanto che i lavori per realizzare la terza corsia, iniziati tra il 2002 e il 2006, riguardano soltanto i 20 chilometri tra Pompei e Napoli, con una spesa prevista di 393 milioni di euro, date le notevoli difficoltà tecniche (cavalcavia, espropri e abbattimenti), causate dall’enorme densità abitativa: l’autostrada taglia a metà gli abitati dei comuni costieri vesuviani. I lavori sono divisi in cinque tratte e altrettanti lotti. E finora sono stati aperti soltanto 8,3 chilometri, costati già 285 milioni di euro. Nei giorni scorsi, durante la seduta della Commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera, Tino Iannuzzi (Pd), ha denunciato di ritenere che «la Sam debba completare tutte le opere con massima celerità, visto che la concessione verrà a scadere il 31 dicembre 2012».

La risposta del viceministro delle Infrastrutture, Roberto Castelli, presente quel giorno in Commissione ha dell’incredibile. Riguardo ai tempi, il ministro ha spiegato che «i lavori avranno termine alla fine del 2011, salvo puntuali opere di completamento», con un costo «passato dagli originari 290 milioni a 308 milioni di euro». Castelli ha poi aggiunto che «tale maggiore impegno economico e la dilazione dei tempi di ultimazione dei lavori sono dovuti al rinvenimento di discariche di rifiuti solidi urbani». Perché durante i lavori per la terza corsia, e quindi nella maggior parte dei casi si è trattato solo di allargare il piano stradale, è avvenuto il «rinvenimento di ingenti e crescenti masse di rifiuti, nascoste sotto terra al margine dell’autostrada».

E in totale, spiega il viceministro, sono saltate fuori «ben 16 discariche abusive interrate». In media si tratta dell’impressionante cifra di una ogni 800 metri. Molte delle quali nell’ultimo tratto, quello tra Ercolano e Napoli. Contenevano anche rifiuti speciali, come inerti, materiali edili, amianto e barili di cui non è stato specificato il contenuto. Difficile immaginare quanti altra immondizia si possa quindi nascondere nei pochi terreni rimasti liberi, in quell’area così urbanizzata. Ogni volta che veniva individuata una discarica abusiva, i lavori si sono dovuti fermare, per poi far mettere in sicurezza la zona, rimuovendo i rifiuti rinvenuti, coprire la fossa con del terreno e riprendere i lavori. A rallentare ulteriormente i lavori c’è stato poi il fallimento dell’impresa che si era aggiudicata l’appalto in diversi lotti (dal 10 al 22).

L’ampliamento dell’autostrada è stato inoltre tenuto sotto stretta osservazione dalla Direzione investigativa antimafia di Napoli che ha più volte visitato i cantieri, controllando le imprese presenti, i materiali e la manovalanza, per prevenire infiltrazioni, portando anche al sequestro di un lotto nei pressi di Torre Annunziata. Anche sugli 8,3 chilometri completati non va meglio, visto che nonostante l’apertura di tutte e tre le corsie vige il limite di velocità di 60 chilometri orari. Ancora una volta è il viceministro Castelli a spiegarne il motivo in Commissione: manca «il collaudo definitivo dell’opera e la segnaletica rimane quella di cantiere», perché «la pavimentazione è provvisoria, tratte di barriere di sicurezza sono non definitive, tratti di spartitraffico sono di tipo New Jersey e non sono completate tutte le lavorazioni esterne all’autostrada». In pratica non è stato inaugurato nemmeno un chilometro.

Fonte: Terranews

mercoledì 15 dicembre 2010

Ordinanze razziste senza fine

In nome di una maggiore sicurezza urbana, tra l’estate del 2008 e quella del 2009, sono state emesse nel nostro Paese una molteplicità di ordinanze comunali che, in gran parte, hanno teso a colpire particolari categorie di cittadini, per lo più immigrati. A darne la stura è stata l’approvazione dell’articolo 54 del decreto legislativo 267 del 2000 modificato dal d.l. 92/2008 e convertito in legge (125/2008), che ha attribuito ai sindaci nuovi poteri di ordinanza in qualità di ufficiali del Governo in materia di sicurezza urbana. Il decreto Maroni del 5 agosto 2008 ha, successivamente, definito la “sicurezza urbana” un “bene pubblico da tutelare attraverso attività poste a difesa, nell’ambito delle comunità locali, del rispetto delle norme che regolano la vita civile, per migliorare le condizioni di vivibilità nei centri urbani, la convivenza civile e la coesione sociale” e identificato 5 ambiti di intervento per i sindaci.

Anticipati da alcune ordinanze che hanno fatto da apripista, molti sindaci si sono sbizzarriti con la fantasia per rispondere alla percezione (più che alla concreta presenza) di insicurezza nei propri cittadini. Da qui le ordinanze contro i lavavetri, di contrasto alla prostituzione, di divieto o ostacolo alla apertura di esercizi commerciali come le rivendite di kebab, contro l’uso religioso del velo (burka) da parte delle donne di fede mussulmana, di ostacolo alla iscrizione di immigrati all’ufficio anagrafico comunale e così via. Il tutto per contrastare degrado urbano, insicurezza dei cittadini, decoro urbano ecc.

In questo lasso di tempo ben 318 sindaci hanno firmato ordinanze in questo senso, per un totale di 508 provvedimenti, soprattutto in comuni medi e piccoli, anche se, vista la prevalenza di questo tipo di comuni nel nostro Paese, l’11% di ordinanze emesse dai grandi comuni evidenzia come anche i sindaci metropolitani si siano dati da fare per svolgere il “nuovo ruolo” di sceriffi incaricati dal Governo. Ad emettere il maggior numero di ordinanze è stata la Lombardia (141 in 81 comuni) ma sono state Emilia Romagna, Toscana e Veneto a coinvolgere il maggior numero di comuni (il 7,6% di comuni emiliano-romagnoli, il 7,7% toscani e l’8,6% veneti).

Tema maggiormente trattato la prostituzione, il contrato all’abuso di alcol, il vandalismo e l’accattonaggio domestico. La fregola per il contrato al degrato urbano e per il decoro la sicurezza urbana che ispira le ordinanze maschera solo parzialmente l’accanimento, spesso presente, verso gruppi sociali deboli o verso i comportamenti (a volte anche sfocianti in devianza) e la cultura degli immigrati. Il vero fulcro delle ordinanze è spesso propagandistico, dettato dalla ricerca di consenso più che di reale ricerca di soluzioni per le problematiche affrontate.

Sono curiose in questo senso le motivazioni legate alla sicurezza alimentare e alla difesa dei prodotti tipici locali che stanno alla base delle ordinanze volte a disincentivare con regole specifiche, quando non a proibire, l’apertura in determinate parti della città di esercizi di vendita di kebab. Se fossero credibili queste motivazioni perché, nelle stesse parti della città, non si è provveduto nello stesso modo nei confronti degli esercizi che vendono pizze, hamburger e la quantità di altri prodotti alimentari che nulla hanno a che fare con quelli tipici?

Altro caso evidente di discriminazione mirata è quella delle ordinanze contro l’uso del velo (burqa ma anche burquini utilizzati nelle spiagge o piscine) delle donne musulmane: una discriminazione alla libertà religiosa che trova la sua ragione, non tanto nelle motivazioni di sicurezza urbana nei confronti di persone travisate da un indumento che ne impedisce la identificazione, bensì nell’intolleranza culturale, religiosa e razzista.

Intrise dei germi intolleranti e razzisti, le ordinanze alimentano una visione della sicurezza urbana volta a sostenere una società chiusa, bigotta, rancorosa, nella quale le relazioni sociali aperte, lo scambio culturale, la solidarietà e la fiducia vengono meno e sono viste quasi come fattori di rischio. In questa visione a “tolleranza zero” della vita urbana la supposta migliore qualità della vita sarebbe data da quartieri e città “liberate” dai capannelli di persone nei giardini (non importa se dediti o meno a qualche attività illegale), dagli esercizi commerciali gestiti e frequentati prevalentemente da immigrati, dai poveri e dalle prostitute cacciati in parti meno esposte e abitate del territorio comunale o, meglio, “sbolognate” a comuni vicini, da graffettari e così via.

Una società della paura, dell’insicurezza sociale, meglio disposta a digerire propaganda e luoghi comuni elargiti a go-go attraverso invadenti ed invasivi messaggi e modelli televisivi che hanno contribuito a creare questo tipo di “domanda” nelle nostre città. Nel frattempo, ordinanze comunali sugli abusi, le speculazioni edilizie, il degrado e la distruzione del territorio, sull’inquinamento nelle città rimangono al palo, così come i provvedimenti di respiro generale del Governo in questo senso. Tutto questo paga meno in termini elettorali e, soprattutto, lede interessi forti e diffusi, alimentati da corruzione e illegalità amministrative e da sempre più evidenti collusioni di pezzi di amministrazione pubblica e potere politico con organizzazioni criminali.

Le sempre più frequenti inchieste giudiziarie in questo senso stanno a testimoniare che è sempre più necessario smascherare i meccanismi con cui si è costruito questo teatro dei luoghi comuni xenofobi e razzisti e, allo stesso tempo, agire nel concreto per ridare il giusto valore alle politiche sociali, volte veramente a migliorare la qualità della vita in questo Paese e con essa garantire quella sicurezza urbana di cui tanto si parla ma che nessuno sa ben definire.

Fonte: Terranews

martedì 14 dicembre 2010

Berlusconi ottiene la fiducia


314 no, 311 si, 2 astenuti: la mozione di sfiducia non passa, Berlusconi resta in sella. Se volete potete scrivere ciò che pensate nei commenti

lunedì 13 dicembre 2010

L'ombra del doping sulle vittorie della Spagna?


Il dottor Fuentes, già coinvolto nell'Operacion Puerto e ora fermato nell'ambito dell'inchiesta sull'Operacion Galgo contro lo spaccio di prodotti dopanti, ha lanciato pesanti minacce alla Spagna: "Se io parlassi non ci sarebbero nè europei nè mondiali di calcio". Dichiarazione che fa tremare la Spagna del pallone...

domenica 12 dicembre 2010

16 deputati ci ripensano: “no alla sfiducia”

Silvano Moffa (Fli), Andrea Augello (Pdl) insieme ad altri 14 deputati (per un totale di 166 di Fli e 10 del Pdl), ci ripensano e in una lettera rivolta a Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi chiedono un governo Berlusconi bis. Come si legge nel documento, viene chiesto di avviare “un confronto sui contenuti di questo documento, superando lo scoglio del voto di fiducia attraverso la non partecipazione dei parlamentari di Futuro e Libertà al voto del 14 dicembre” , chiedono di discutere dei “temi della riforma costituzionale ed elettorale, sulle materie economiche e fiscali e su una nuova possibile articolazione del centrodestra”.

I punti principali della missiva sono:

“… la riforma della legge elettorale con premio di maggioranza al superamento del 40% ed elezione diretta del Premier; in secondo luogo un patto federativo tra tutti i partiti del centrodestra; infine un rilancio della concertazione tra le parti sociali. Tutto questo “senza passare attraverso le dimissioni del Cavaliere dalla poltrona di presidente del Consiglio …” (Fatto Quotidiano)

A quanto pare la campagna acquisti sta dando i suoi frutti!

sabato 11 dicembre 2010

Serve l’autostrada Mestre-Orte?

Legambiente, Italia Nostra, Wwf e altri movimenti e associazioni a difesa dell’ambiente e del territorio hanno sottoscritto un appello per dire no al progetto di costruire una nuova autostrada che metta in comunicazione Mestre con Orte. Il progetto, da poco approvato dalla Commissione incaricata di effettuare la valutazione di impatto ambientale, si snoderà per quasi 400 chilometri interessando i territori di Veneto, Emilia Romagna, Toscana, Umbria e Lazio per un totale di 48 comuni e 11 province, come ricorda oggi un articolo di Repubblica.

Secondo i firmatari, gli attuali livelli di traffico non giustificherebbero la costruzione di un’opera così impegnativa, che stando ai progetti dovrebbe offrire due corsie di marcia per ogni carreggiata più una corsia di emergenza. «Il traffico nelle varie tratte della E45 e della E55 interessate dalla prima proposta è un decimo di quello che servirebbe per costruire un’autostrada a pedaggio che penalizzerebbe il traffico locale» scrivono gli esperti del Wwf sul loro sito web.

L’opera dovrebbe costare complessivamente dieci miliardi di euro e richiedere almeno undici anni per essere completata. Ma una volta terminata, potrebbe sovrapporsi in molti tracciati ad altre strade e autostrade. Il piano prevede la realizzazione dell’itinerario autostradale E55 Nuova Romea, alternativo alla statale che c’è adesso, e il potenziamento degli altri tratti, che fanno parte dell’E45, già esistenti.

Nel tratto tra Mestre e Ravenna, dicono gli autori della raccolta di firme, il nuovo troncone di autostrada scorrerebbe parallelo alla A13 dallo svincolo di Mestre Sud a quello di Codevigo in provincia di Padova. Le due autostrade attraverserebbero lo stesso territorio a pochi chilometri di distanza l’una dall’altra.

Secondo i tecnici dell’Anas, la nuova infrastruttura avrebbe invece un valore fondamentale per il sistema dei trasporti in Italia e in Europa.

L’infrastruttura autostradale Civitavecchia-Orte-Mestre è una grande opera strategica dell’Anas, che si propone di creare un corridoio diretto tra il Centro-Sud dell’Italia ed il Nord-Est, di risolvere le rilevanti criticità di traffico legate alla qualità ed alla sicurezza del servizio e di fornire agli utenti un’alternativa concreta all’attuale sistema autostradale di collegamento.

L’itinerario costituisce la naturale prosecuzione del Corridoio Europeo 5 che consente la connessione tra il quadrante europeo occidentale e l’Est Europeo (da Lisbona a Kiev), configurandosi quindi come il principale itinerario verso sud per i traffici commerciali con i Paesi dell’Europa Orientale.

Del progetto per il nuovo collegamento tra Mestre e Orte si parla ormai da una quindicina di anni. Nel corso del tempo, il piano è stato sostenuto sia dal centrodestra che dal centrosinistra e ha invece raccolto l’ostilità dei comitati sparsi lungo i territori interessati dall’opera. Un primo progetto fu ritirato nel giugno del 2007 a causa delle carte tecniche, poco precise e talvolta lacunose. Un nuovo progetto più puntuale e preciso è stato presentato dall’Anas nel corso del 2009 e ha ora raccolto il benestare sul fronte dell’impatto ambientale. I firmatari dell’iniziativa per fermare la costruzione dei nuovi tratti d’autostrada dicono di essere pronti a far ricorso al Tar e se necessario alla Commissione europea.

Fonte: Il Post

venerdì 10 dicembre 2010

Guantanamo: l'ennesimo flop di Obama


In un disegno di legge votato alla camera con 212 voti a favore e 206 contrari, Barack Obama ha rimediato l'ennesima sconfitta di una gestione sempre più deludente rispetto le aspettative iniziali. Infatti nel disegno di legge c'è uno specifico paragrafo che vieta qualunque forma d'investimento per l’eventuale trasferimento su suolo americano dei 174 detenuti all’interno della base americana di Guantanamo, a Cuba, cui Obama si era prefissato di chiudere. Se il voto verrà confermato anche al Senato, cosa molto probabile, sarà impossibile chiudere il carcere di massima sicurezza come promesso in campagna elettorale.

Così dopo la fallimentare campagna della riforma sanitaria poi morta sul nascere (in america ci sono 59 milioni di persone senza assicurazione sanitaria), dopo i rifinanziamenti a quelle nazioni che sfruttano ancora bambini-soldato nei loro eserciti ... dopo il fiasco della "svolta verde" di Obama ... arriva l'ennesima beffa per il presidente e chi credeva in lui!

Obama ...We can't!!!!!!

giovedì 9 dicembre 2010

È domani!

Era il 26 novembre quando in una conferenza stampa a Napoli Silvio Berlusconi è tornato a dare delle scadenze per la soluzione dei rifiuti non rimossi dalle strade di Napoli. In quell’occasione il PresdelCons disse tra l’altro:

Possiamo essere sufficientemente sicuri che in pochi giorni la situazione di Napoli possa trovare una soluzione

Se mi doveste fare una domanda e dirmi in quanti giorni Napoli potrà tornare al normale smaltimento dei rifiuti, io vi dico che in meno di due settimane si può fare

Berlusconi è tornato su quelle previsioni cinque giorni fa, telefonando pubblicamente al congresso dei “Popolari d’Italia per domani”:

Siamo in grado di poter riportare Napoli al suo doveroso splendore nel giro di qualche giorno

Abbiamo ormai la certezza di potere in pochi giorni arrivare a una situazione normale per quanto riguarda la città e anche per quanto riguarda la provincia

Le due settimane scadono domani, venerdì 10 dicembre, quindi la previsione di “in meno di due settimane” si esaurisce oggi. La situazione riportata dal Mattino però ieri era questa:

A Napoli la situazione sul fronte rifiuti «resta grave», a terra ci sono 1700 tonnellate, la stessa quantità di ieri. Lo dice l’assessore all’Igiene urbana del Comune di Napoli, Paolo Giacomelli, preoccupato per la situazione della città nel giorno dell’Immacolata e in vista del prossimo Natale. «La situazione è grave – dice Giacomelli – perchè non vedo soluzioni per i prossimi giorni. Bisogna intervenire assolutamente per Napoli e per la sua provincia, agendo in maniera radicale sui luoghi di conferimento» anche per scongiurare un peggioramento ulteriore in vista delle feste natalizie. La scorsa notte sono state raccolte 1300 tonnellate di rifiuti, cioè la produzione giornaliera della città di Napoli, senza riuscire ad intaccare l’arretrato che resta da raccogliere. In particolare gli impianti Stir di Tufino e Giugliano non hanno ricevuto nulla dei rifiuti di Napoli mentre è previsto che vi si conferiscano complessivamente 1200 tonnellate. Diversi compattatori sono in fila all’esterno in attesa di poter conferire ma gli impianti sono al momento fermi. Solo 100 tonnellate sono state invece conferire all’impianto di Pianodardine (Avellino).

«In queste condizioni pensare di avere un Natale senza rifiuti nelle strade è pura utopia», aveva detto l’altroieri il sindaco Iervolino. E utopie o no, è davvero molto difficile immaginare che l’annuncio del 26 novembre venga rispettato (la foto in alto è di mercoledì 8 dicembre): il suo fallimento seguirebbe quello delle promesse del 22 e 28 ottobre, già ampiamente smentite dai fatti, e per difendere le quali Berlusconi aveva chiamato in diretta Ballarò per litigare con Giovanni Floris. Aspettiamo domani.

mercoledì 8 dicembre 2010

Appalti, bagni chimici, macerie scomparse: il business terremoto a L’Aquila

Appalti, bagni chimici, macerie sparite nel nulla: il terremoto a L’Aquila ha fatto girare tanti soldi, più o meno trasparenti. In un dossier dal titolo ”L’Isola Felice”, l’associazione Libera racconta cosa è successo davvero nella notte fra il 5 e il 6 aprile 2009.

La ricostruzione porta la firma di Angelo Venti e Repubblica ne anticipa alcuni stralci. ”La scossa delle 3.32 ha spazzato via quel velo di ipocrisia che copriva chi si ostinava a parlare ancora di questa come un’isola felice. Il rischio delle infiltrazioni non deve attendere l’inizio della ricostruzione, anzi arriva nelle prime ore insieme con la Protezione Civile e con un appalto sul modello di gestione dei Grandi Eventi”.

Per 3.600 bagni chimici, 79 euro al giorno ciascuno: la spesa totale è stata di 8 milioni al mese. Secondo Libera sarebbero arrivati molti più bagni chimici di quelli necessari: 1.600 in più, oltre 3 milioni e 800 mila euro al mese.

Poi, scrive Attilio Bolzoni, c’è l’affare delle macerie scoperto il 13 aprile 2009, giorno di Pasquetta, quando i ragazzi di Libera fotografano ruspe e camion che trasportano a Piazza d’Armi, zona militare interamente recintata. Le macerie e ogni sorta di arredi ed effetti personali vengono macinati dentro due macchine tritasassi.

“Ma lo smaltimento è anche un affare da decine di milioni di euro che scatena gli appetiti di speculatori e criminalità. Anche la vicenda della ditta che detiene la proprietà della ex Teges (è l’unica cava dove hanno rovesciato le macerie, ndr), la T&P srl, fa sorgere altre domande. Nel giugno 2009 la T&P vede l’ingresso di un nuovo socio con legami con diverse altre società, tra cui l’aquilana Abruzzo inerti srl, partecipata a sua volta dalla romana Sicabeton spa, grossa azienda con interessi in Italia e all’estero”, scrivono quelli di Libera.

A coordinare la ricostruzione c’è la Protezione civile. Poi c’è il Progetto C. a. s. e.: “È la prima volta nella storia delle catastrofi italiane che la Protezione civile si occupa di ricostruzione sostituendosi agli enti locali. Quello degli alti costi del Progetto C. a. s. e. è un capitolo aperto, non si hanno dati completi delle spese effettive e non vi è accordo sui costi reali da conteggiare”. A giugno 2010, la Procura nazionale antimafia e la procura dell’Aquila però hanno iniziato le indagini “per accertare se i 2.700 euro a metro quadrato pagati sono rispondenti alla qualità delle realizzazioni”.

In ultimo il dossier ripercorre le tappe di un caso di infiltrazione mafiosa. È il giugno del 2009 e si scopre che fra le ditte del movimento terra a Bazzano, c’è l’Impresa Di Marco srl di Carsoli: l’amministratore unico è Dante Di Marco, lo stesso della Marsica plastica srl coinvolta due anni prima in un’inchiesta dove era finito Massimo Ciancimino con i suoi soldi. Un’inchiesta che gli investigatori definirono “il primo caso conclamato di presenza mafiosa in Abruzzo”.

martedì 7 dicembre 2010

Arrestato Julian Assange, il fondatore di Wikileaks


Stamattina, intorno alle 9:30, gli agenti dell'Unità estradizioni della polizia metropolitana di Londra hanno arrestato Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, con l'accusa di stupro e di molestie sessuali.

Potrà sembrare strano oggi


Che significato ha il successo di “Vieni via con me” per l'Italia? E' stato un programma che personalmente ho trovato molto interessante e ben organizzato, ricco di spunti, di novità, di facce nuove, di facce vecchie ritrovate, di carisma, di allegria, di musica e soprattutto di cultura. Vedere “Vieni via con me” battere in maniera così eclatante il Grande Fratello fa ben sperare per il futuro e, se vogliamo, questa è una piccola/grande risposta a tutte quelle persone che non fanno nulla, pur percependo in profondità la bassezza della politica attuale, per cambiare quello che in maniera un po' qualunquista viene chiamato il “Sistema”, e solitamente si limitano a dire: “Tanto non cambierà mai niente”. Non è vero, si può cambiare, anzi, qualcosa a mio avviso è già cambiato. E' una bugia dire che gli italiani, come ho già scritto in passato, sono un branco di ignoranti caproni con i paraocchi, ci sono molti italiani che non sono interessati al Grande Fratello e alla tv spazzatura, che pretendono una tv di qualità che stimoli i cittadini a riflettere, che dia spazio a tutte le sfaccettature politiche ed etiche presenti sul nostro territorio e non. Finalmente la tv ritorna a far parlare persone che fanno cultura come Benigni, Abbado, Saviano, Fo, Renzo Piano, etc... Finalmente l'Italia ridà spazio a quelle personalità che ci hanno reso un grande Paese, perchè se noi siamo quello che siamo non lo dobbiamo a Maria De Filippi, a Corona o a Lele Mora (potrà sembrare strano oggi...) ma lo dobbiamo a persone come Galileo Galilei, Leonardo Da Vinci, Michelangelo, Enrico Fermi, Totò, Sergio Leone, Mario Monicelli, insomma persone che facevano cultura, persone che si sono distinte per le loro qualità morali e intellettuali e ogni Stato che voglia essere all'avanguardia è su questi soggetti che deve puntare (potrà sembrare strano oggi...). Noi siamo rimasti indietro proprio perchè releghiamo in soffitta le nostre menti migliori, le rinchiudiamo e le teniamo nascoste, per paura che a qualcuno salti in mente di imitarle. E' colpa della cultura: prendetevela con lei! Schiaccia tutto ciò che trova davanti, qualsiasi frottola, balla, bugia, idiozia, offesa, volgarità, la prende, la accartoccia e la getta via, pronta ad elevare invece riflessioni, fatti, notizie, opinioni, di destra e di sinistra, musica, poesie, monologhi, a dare spazio ad attori, gente comune, giovani. Inoltre, questo è stato un programma ITALIANO, nel senso che ha parlato a tutti gli italiani: Saviano che parla con il tricolore in mano e sembra un eretico, quando invece dovrebbe essere una cosa normale, quasi banale. Riparlare di “Italia Unita”, oggi, ha un grande valore, perchè francamente il 09 Luglio 2006 facevamo un po' ridere: tutti amici e fratelli dopo aver vinto il mondiale in Germania e il 10 Luglio di nuovo tutti a scannarci sul federalismo, sulla polenta e sulla soppressata. Così dovrebbe essere un tv diversa e non solo per 4 settimane ma per molto, molto più tempo. In conclusione, questo è stato in parte "Vieni via con me", certo, ci sono anche dei lati negativi del programma, vedi l'eccessiva “fossilizzazione” su Berlusconi ma questo è ciò che un Paese normale dovrebbe fornire attraverso il suo servizio pubblico: un'alternativa. Anche se potrà sembrare strano oggi.

Mario Pagano

Fonte: Ilrenudo

Vuoi collaborare con Informare è un dovere? Puoi mandare le tue segnalazioni e/o inviare i tuoi articoli all'indirizzo e-mail andreadl86@yahoo.it

lunedì 6 dicembre 2010

Tre anni fa la tragedia della Thyssen


I torinesi stamattina, affacciandosi dalle finestre delle proprie case, hanno trovato un sorpresa: un elmetto giallo su tutti i monumenti della città. L'azione dimostrativa è stata messa in atto nella notte dall'associazione Terra del Fuoco, per ricordare i morti della Thyssen a tre anni dalla tragedia che sconvolse Torno.

Un atto simbolico, dunque, per non dimenticare il tragico rogo che nella notte tra il 5 e il 6 dicembre del 2007 provocò la morte di sette operai dello stabilimento di corso Regina Margherita. Sono stati in tutto una ventina, compreso il Caval d'Brons e il Conte Verde di piazza Palazzo di Città, i monumenti presi di mira.

"Come associazione - racconta Oliviero Alotto di Terra del Fuoco a Repubblica.it - seguiamo i familiari delle vittime a tutte le udienze del processo. Non vogliamo lasciarli soli". Il caschetto giallo, simbolo della sicurezza sul lavoro, è un modo per annunciare la manifestazione che Terra del Fuoco sta organizzando: l'appuntamento è per mercoledì 8 dicembre alle 15 in piazza Statuto. Il corteo raggiungerà prima le ex concerie Fiorio di via San Donato, poi lo stabilimento Thyssen di corso Regina, e terminerà nell'area ex grandi motori, dopo un passaggio davanti al Santo Volto.

Tre anni fa la notte di Torino fu sconvolta dal rogo alla ThyssenKrupp, una tragedia che costò la vita a sette operai, uno morto subito, gli altri a giorni o settimane di distanza dopo un'agonia terribile anche per i familiari, gli amici e i colleghi delle vittime.

Oltre all'operazione caschetti gialli questo weekend è stato un susseguirsi di iniziative sulla sicurezza sul lavoro. Sempre Terra del Fuoco invita a sostituire alla propria foto su Facebook, nel profilo personale, un messaggio che parli di sicurezza sul lavoro, di diritti o un passaggio tratto dalla Costituzione. Le citazioni si possono scaricare dalla pagina del gruppo sul social network, "Anniversario Thyssenkrupp".

I sindacati chiedono una verifica dell'accordo per i lavoratori ancora in forza alla ThyssenKrupp, una trentina, per i quali a fine anno finisce il periodo di cassa integrazione in deroga. "Siamo - afferma la Fiom, anche a nome di Fim e Uilm - ancora in attesa di incontro, richiesto a fine novembre, con gli assessori al lavoro di Comune, Provincia e Regione per una verifica dell'accordo del 26 febbraio 2010. Per 30 lavoratori, a meno che non si individuino ulteriori strumenti, non resta che la mobilità".

I sindacati, unitariamente, hanno inoltre firmato una lettera in cui spiegano che la richiesta di risarcimento danni alla Thyssen, in sede di costituzione di parte civile, "è finalizzata a dare vita e finanziare progetti formativi rivolti a lavoratori e rappresentanze sindacali". La requisitoria della pubblica accusa, infatti, si sta avviando alla conclusione e nei prossimi dieci giorni, la parola passerà alle parti civili.

domenica 5 dicembre 2010

La soluzione di Forza Nuova: non dare il cibo agli immigrati

Forza Nuova colpisce ancora. Il partito di estrema destra ha pronta una soluzione per combattere gli immigrati ed i rom: affamarli tutti! E non si tratta solo di una semplice provocazione. Infatti i camerati di Montesilvano, in provincia di Pescara, hanno consegnato dei sacchetti contenenti del cibo agli abitanti della cittadina, tutti rigorosamente italiani.

Una iniziativa che sa tanto di discriminazione, xenofobia e razzismo da parte del partito di chiaro stampo neofascista.

sabato 4 dicembre 2010

Da Sarah a Yara, sperando che non si tratti dell'ennesimo 'reality'

Sono diversi giorni che in TV si parla di Yara Gambirasio, la tredicenne di Brembate Sopra, in provincia di Bergamo. Questa ragazza è scomparsa improvvisamente da oltre una settimana. L'ipotesi più probabile è quella del rapimento, anche perchè della ragazza non sembra proprio esserci traccia. Da Sarah a Yara. I nomi delle ragazze sono, curiosamente, molto simili. Ovviamente il caso di Avetrana è ben diverso da questo per tantissimi motivi. Però, anche qui, si tratta di cronaca: una ragazza che improvvisamente sparisce. Io con queste poche righe non voglio assolutamente sminuire il fatto, ma non vorrei che dopo il caso di Avetrana su Sarah Scazzi la vicenda di Yara si trasformi in un ennesimo reality. Solo questo.

Dacci oggi il nostro rumore quotidiano

Traffico stradale, rumori condominiali, cantieri, aerei, treni, concerti. L’inquinamento acustico, spesso sottovalutato, è causa di molti danni per la nostra salute. L’Organizzazione mondiale della sanità indica come soglia massima un livello tra i 55 e i 65 decibel, eppure tali limiti sono spesso lo standard per molti di noi. Secondo l’Airs, l’Associazione italiana per la ricerca sula sordità, in Europa 80 milioni di persone sono sottoposte a livelli superiori ai 65 decibel e ben 170 milioni, ossia il 42 per cento della popolazione, al livello limite.

Dati in linea con quelli italiani, dove il 70 per cento della popolazione subisce un’esposizione al rumore superiore a quello ritenuto accettabile dalla normativa vigente. E la situazione non è migliore negli ambienti di lavoro. Lo scorso anno sono stati denunciati all’Inail quasi 6 mila casi di ipoacusia da rumore. La diminuzione, fino alla perdita, della capacità uditiva è infatti uno dei rischi più diffusi a cui il lavoratore va incontro. Si tratta di una patologia da troppo tempo ai primi posti tra le malattie professionali, la più diffusa in Europa. Basti pensare che si stima che circa un terzo dei lavoratori europei sia esposto a livelli di rumore potenzialmente pericolosi per almeno un quarto dell’orario di lavoro.

Ronzii, fischi, mal di testa, interferenza con le fasi del sonno. Sono questi i primi sintomi causati dalla continua esposizione a decibel troppo alti. Spesso sono latenti e spesso degenerano in un deficit permanente, quale la perdita dell’udito. La continua esposizione a decibel superiori alla norma agisce inoltre sui sistemi neuro regolatori modificandone le funzioni e provocando svariati disturbi. Il rumore diventa così responsabile di stress e di maggiori infortuni dovuti alla distrazione, ma anche di altre patologie che all’apparenza non hanno nulla a che vedere con l’udito.

Si tratta di malattie complesse ai danni del sistema endocrino, all’apparato cardiovascolare e gastrointestinale. Tra i lavoratori i settori più a rischio non sono solo quelli della metallurgia e dell’edilizia, ma anche la scuola, l’intrattenimento e i call center ed è per questo che la legislazione nazionale obbliga il datore di lavoro ad adottare una serie di provvedimenti preventivi per tutelare la salute dei dipendenti. Le aziende devono infatti attuare una riduzione del rumore a vari livelli: sia alla fonte, ovvero sui macchinari, sia sul percorso di propagazione, mediante cabine acustiche e schermi, sia con misure sull’operatore. In particolare è bene sapere che laddove l’esposizione quotidiana sia oltre gli 85 decibel sono necessari dispositivi di protezione individuali. La prevenzione risulta l’arma più efficace contro la sordità, una malattia sociale fortemente invalidante che impedisce la comunicazione e, come diceva Helen Keller nel lontano 1924, capace di «allontanare le persone dalle persone».

Fonte: Terranews

venerdì 3 dicembre 2010

Precari, disoccupati, monoreddito: ecco l’Italia povera

Nell’anno europeo contro la povertà, crescono gli indigenti in Italia ed il 17% degli europei non riesce a soddisfare le esigenze primarie.

E dire che il 2010 era nato sotto l’insegna della lotta contro l’esclusione sociale, proprio in quella Europa dove il 17% degli abitanti dispone ancora oggi di risorse limitate e non riesce a soddisfare le proprie necessità primarie.

L’anno europeo contro la povertà, invece, ha visto aumentare il numero dei poveri in Italia: mentre la disoccupazione è all’11 per cento (oltre il 27% tra i giovani ed in special modo al Sud) ed il tasso di occupazione femminile non supera il 50%, secondo i dati dell’Istituto Italiano di statistica (Istat) i poveri in Italia sono 8 milioni e 370mila, pari al 13% dell’intera popolazione. Di questi, un milione e ottocentomila sono adolescenti.

Anche il recente decimo rapporto preparato dalla Caritas e dalla fondazione Zancan su “povertà ed esclusione sociale” ci aveva fotografato una realtà sconosciuta a molti e rimossa nel nostro vivere quotidiano.

Ma chi sono i poveri? Molti tra le donne sole con figli, i precari, i licenziati, le famiglie monoreddito, persone di mezza età, i separati e i divorziati. Sono coloro che non ce la fanno a pagare la spesa, a pagare l’affitto, la rata del mutuo ed i prestiti e nel 2009 sono il 14 per cento in più che nell’anno precedente.

La povertà è un fenomeno in crescita dal 1997 ad oggi e nel biennio 2009-2010 il numero di persone che si rivolgono alla Caritas per un sostegno registra un aumento medio del 25% e cresce del 40% la presenza di italiani, anche se una grande parte resta nell’ombra. Coloro che vivono nella più assoluta indigenza sono circa 650mila e di questi sette su dieci vivono al Sud.

In occasione della Conferenza sulla Famiglia, tenuta in Lombardia un paio di settimane fa, l’associazione degli assistenti sociali scriveva: “I recenti tagli al fondo sociale e alle politiche per la famiglia nella scorsa finanziaria fanno arretrare lo Stato dalle sue responsabilità nei confronti dei diritti riconosciuti costituzionalmente”.

Ed ancora: “I tagli alle regioni mettono a rischio i 5.954.085.998 di spesa per interventi e servizi sociali dei Comuni singoli e associati. E il Piano per l’Infanzia è forse nel 2011 privo di investimenti economici. Sempre più famiglie, in cui uno o più membri lavorano, sono povere: la famiglia non si sostiene con uno spot emozionale e immaginifico della Presidenza dei Consiglio. E’ bene ammettere oggi con franchezza che la famiglia è stata lasciata sola nel nostro Paese, è un’istituzione in profonda crisi che sta implodendo”. E, si legge ancora nella nota, “a subirne le immediate conseguenze sono i minori, che non hanno altre reti di sostegno, in uno stato di welfare che arretra”.

La Caritas ha scritto inoltre: “Sempre più famiglie, in cui più membri lavorano, sono povere”. Infatti, “accanto ai dati ufficiali ci sono le persone impoverite che pur non essendo povere, vivono in una situazione di forte fragilità economica. Sono persone che, soprattutto in questo periodo di crisi, hanno dovuto modificare, in modo anche sostanziale, il proprio tenore di vita, privandosi di beni e servizi, precedentemente ritenuti necessari”.

La povertà si conferma un fenomeno principalmente del Sud, delle famiglie numerose o monogenitoriali, di chi ha bassi livelli di istruzione. Ecco alcuni dati che confermano questa situazione: nel 2009 il credito al consumo è sceso dell’11%, i prestiti personali del 13% e la cessione del quinto dello stipendio a settembre 2009 ha raggiunto il +8%. Il rapporto calcola un 10% in più di poveri da sommare agli oltre 8 milioni stimati. Gli ammortizzatori sociali non bastano, aveva osservato il rapporto Caritas-Zancan, “sono costati nel 2009 18 miliardi di euro, una cifra enorme per un argine utile, ma fragile”.

giovedì 2 dicembre 2010

L’emergenza pilotata da Cosentino e Casalesi

Forse, tra qualche anno, sarà necessario riscrivere la storia ufficiale dell’emergenza rifiuti campana. Potrebbe imporlo il procedimento giudiziario in cui risulta coinvolto Nicola Cosentino. Nel giro di poche settimane l’attuale coordinatore campano del Pdl rischia di essere rinviato a giudizio. Martedì sera infatti la Procura di Napoli ha recapitato all’ex sottosegretario all’Economia l’avviso di fine indagini. Secondo il documento redatto dai magistrati, Cosentino, insieme al clan dei Casalesi, avrebbe realizzato in Campania «un ciclo integrato dei rifiuti alternativo e concorrenziale» rispetto a quello istituzionale, gestito da Fibe, Fisia e Italimpianti.

Se le accuse della magistratura dovessero trovare conferma, bisognerà riconsiderare tutti i provvedimenti assunti nel corso degli ultimi 17 anni di gestione commissariale. I Casalesi mediante il loro presunto rappresentante politico, Nicola Cosentino, potrebbero infatti aver condizionato in modo pesante i processi decisionali delle istituzioni. Infatti, secondo la Procura di Napoli, l’obiettivo dell’ex sottosegretario era «egemonizzare l’intera gestione del ciclo economico dei rifiuti, controllando direttamente le discariche ed attivandosi nel progettare la costruzione e gestione di un termovalorizzatore». Tutto ciò sarebbe avvenuto, «strumentalizzando le attività del commissariato di governo».

Lo strumento era la società Eco4. Considerata dai magistrati «una diretta espressione della criminalità organizzata», è la rappresentazione quasi perfetta della triangolazione camorra-politica-imprenditoria. La ditta era nella piena disponibilità del clan dei Casalesi: faceva riferimento in particolare a Francesco Bidognetti, ma, in base alle aree geografiche in cui operava, anche a Francesco Schiavone Sandokan. La copertura politica era invece garantita da Nicola Cosentino e (come ha più volte dichiarato il pentito Gaetano Vassallo) dall’ex ministro della Comunicazione Mario Landolfi, che, in campagna elettorale, utilizzavano la società per le loro assunzioni clientelari. L’attuale coordinatore del Pdl in Campania la concepiva come una sua creatura: «L’Eco4 song’io», avrebbe detto in diverse occasione. Al terzo vertice del triangolo c’era infine l’imprenditoria camorrista casertana: i fratelli Sergio e Michele Orsi, il secondo ucciso in un bar di Casal di Principe, e Gaetano Vassallo divenuto poi accusatore di Nicola Cosentino.

Il controllo si estendeva al consorzio pubblico Ce4, che si occupava delle gestione dei rifiuti in una parte della provincia di Caserta, e a Impregeco, il superconsorzio che riuniva il Ce4, guidato dal centrodestra, e le strutture napoletane, Na1 e Na3, che invece facevano riferimento al centrosinistra. Cosentino sarebbe riuscito a condizionare, su aspetti specifici, le decisioni del Commissariato per l’emergenza rifiuti, nella fase in cui a gestirlo c’era Corrado Catenacci. Fu, ad esempio, per volontà dell’ex sottosegretario che si scelse Santa Maria la Fossa come sede per la costruzione di un termovalorizzatore in provincia di Caserta, poi bloccata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere per infilitrazioni camorristiche. L’inceneritore sarebbe stato gestito da un consorzio ad hoc. Dunque, con una struttura contrattuale diversa rispetto a quella, che nel resto della regione, era prevista dal Commissariato per gli altri impianti, affidati al gruppo Fisia Italimpianti e Fibe spa.

E a Cosentino si dovrebbe inoltre una delle norme più contestate del decreto di fine emergenza: la provincializzazione della gestione dei rifiuti. L’ordinamento dell’epoca la escludeva, ma l’attuale coordinatore del Pdl in Campania si è battuto in Parlamento per istiturilo, avvantaggiando in questo modo l’Eco 4 e le altre strutture locali su cui esercitava il controllo insieme agli esponenti del clan dei Casalesi.

Fonte: Terranews

mercoledì 1 dicembre 2010

Nel 2010 raddoppiati i morti a causa dei disastri climatici

"Nei primi nove mesi di quest’anno, 21 mila persone sono morte a causa di disastri naturali legati al clima. Più del doppio rispetto all’intero 2009". Lo rivela un nuovo rapporto diffuso da Oxfam nel giorno di apertura del vertice Onu sul clima di Cancun. "Il 2010 - si legge nel documento - è uno degli anni più caldi di sempre". In Asia, per esempio, "il Pakistan ha registrato un picco di 53,7 gradi, il massimo assoluto in Asia". Inoltre, "durante il 2010, numerosi disastri legati al clima hanno devastato le vite e i mezzi di sussistenza delle popolazioni più povere". Le statistiche, insomma, "non lasciano dubbi: il 2010 ha già registrato più eventi climatici estremi della media degli ultimi dieci anni, che ammonta a circa 770 l’anno".

Quest’anno "abbiamo visto intere popolazioni soffrire e perdere ciò che è a loro più caro a causa di disastri legati al clima estremo. Un fenomeno che probabilmente peggiorerà, perché i cambiamenti climatici stanno stringendo la loro morsa sul pianeta- dichiara Tim Gore, autore del rapporto di Oxfam intitolato ‘Ora più che mai: negoziati sul clima che fanno la differenza per chi ne ha più bisogno’- l’impatto umano dei cambiamenti climatici nel 2010 è un severo avvertimento, che da solo spiega perché il progresso a Cancun è più urgente che mai”.

I cambiamenti climatici "non possono essere considerati responsabili di uno specifico disastro legato al clima- spiega Oxfam- ma i modelli scientifici indicano che i cambiamenti climatici causeranno un aumento sia dell’intensità che della frequenza di avvenimenti meteorologici estremi". A subirne conseguenze le più gravi "saranno le persone già vulnerabili".

Le inondazioni del Pakistan "hanno colpito più di 20 milioni di persone, sommergendo circa un quinto del paese e causando 2mila morti e 9,7 miliardi di dollari di danni". Le temperature estive in Russia "hanno superato di 7,8 gradi la media del lungo periodo". Le alte temperature "hanno raddoppiato il tasso di mortalità giornaliero a Mosca, che è arrivato a 700 decessi, e provocato incendi che hanno distrutto il 26% del raccolto di grano del paese".